Aveva 43 anni Stefano Paternò, il militare morto ieri mattina a causa di un arresto cardiaco. Il giorno prima aveva ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) oggi ha disposto il sequestro del lotto cui sarebbe appartenuto il preparato iniettato al militare. Uno stop cautelativo, dopo quelli avvenuti prima in altri Paesi del vaccino britannico.

“A seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19, Aifa ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea”, si legge in una nota dell’Aifa.

Paternò aveva 43 anni, era originario di Corleone ed era residente a Misterbianco, in provincia di Catania. Era in servizio presso l’Arsenale Militare di Augusta, aveva due figli. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta. “Dalla prima ispezione cadaverica sembra che il militare sia deceduto per un arresto cardiaco. Al momento non c’è alcun rapporto causa effetto ma possiamo solo rilevare una coincidenza cronologica. Dobbiamo attendere l’esito dell’autopsia per avere un quadro più chiaro”. Dell’esame autoptico si occupa la Procura di Catania su rogatoria.

Paternò era cugino di mons. Giuseppe Silvestrini, cappellano del Papa e segretario della Nunziatura apostolica a Praga. “Tutta la Comunità parrocchiale si stringe con affetto a mons. Giuseppe Silvestrini, e a tutta la famiglia, per l’improvvisa e prematura scomparsa del cugino Stefano Paternò, servitore dello Stato nella Marina, a soli 43 anni. Lascia la moglie e due figli, di 12 e 14 anni. Assicuriamo la nostra preghiera per il loro caro defunto Stefano e chiediamo al Signore della vita la consolazione e il conforto della fede per tutta la sua famiglia”, si legge sulla pagina Facebook della Chiesa Madre di Augusta.

Il militare la sera dopo l’iniezione avrebbe sofferto dei malori, tra cui febbre molto alta. Al momento non ci sono evidenze che possano collegare il decesso alla somministrazione del vaccino. Una decina le persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Paternò dalla Procura di Siracusa. Il procuratore Sabrina Gambino ha iscritto nel registro degli indagati tutta la catena di distribuzione, a partire dalla società produttrice AstraZeneca fino al personale sanitario dell’ospedale militare. L’accusa è di omicidio colposo.

“Vogliamo andare sino in fondo, vogliamo giustizia, vogliamo sapere la verità e capire se a provocare la morte di mio marito sia stato il vaccino”, ha detto all’AdnKronos Caterina Arena, la moglie di Paternò. “Mio marito aveva fatto il vaccino lunedì mattina e nel pomeriggio è rientrato a casa e stava bene. Intorno alle 19.30 avvertiva dei tremori, aveva freddo e misurando la temperatura, aveva la febbre a 39. Ha preso una tachipirina e la febbre era scesa. Si è sentito meglio e verso le 23 siamo andati a dormire. In nottata però sono stata svegliata dai suoi lamenti: tremava, traballava nel letto ed aveva un respiro pesante”. Caterina Arena ha raccontato di aver “subito chiamato il 118 e in pochissimo tempo i medici hanno iniziato a dargli aiuto in ogni modo, pure il massaggio cardiaco, ma non c’è stato nulla da fare ed i medici non sono riusciti a capire da cosa fosse stato determinato quello stato”. La donna tiene poi a precisare che “moltissimi dei colleghi di Stefano che si sono vaccinati, hanno avuto febbre alta”.

“Mio marito – conclude la donna parlando all’AdnKronos – era un servitore dello Stato che non vedeva l’ora di farlo per essere operativo e potere affrontare le missioni imbarcato sulle navi della Marina”. Si indaga anche sulla morte di Davide Villa, poliziotto di Catania, morto lo scorso 7 marzo dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca. Si potrebbe trattare dello stesso lotto di dosi. In quel caso i medici hanno diagnosticato una trombosi venosa profonda, sfociata in emorragia cerebrale.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.