A Venezia tra le calli che han visto Dogi e Mercanti, poeti e viaggiatori, c’è un ponte, viene chiamato dei Sospiri. Serviva per il passaggio dal Palazzo Ducale alle prigioni Nuove, da cui i sospiri della libertà perduta dei condannati. In Sicilia invece, da tempo ormai immemore, abbiamo un Ponte sospeso nelle promesse mai mantenute, nei progetti mai esecutivi, nei costi e nei benefici mai compresi. È sospeso pure in Europa, visto che mai un progetto, non esistendo, è stato depositato. Non si sa né il costo, né l’effettiva data di inizio lavori, che è già stata rinviata. Perché, chiederete voi?

Perché i comitati ministeriali e il ministero dell’Ambiente, hanno fatto centinaia di osservazioni tecniche a cui bisogna rispondere. Per farlo è necessario espletare studi scientifici, geologici, sismici, sui materiali. Non ci sono nemmeno le tecnologie a disposizione per lo studio dei materiali che verranno usati per la realizzazione del progetto di fattibilità. Per cui il Ponte dello Stretto, che vorrebbe collegare la Sicilia all’Italia, resta sospeso, tra slogan elettorali, slalom lessicali, degni di Tomba e di Ciucci (il presidente della Società pubblica che dovrebbe cominciare ad espropriare i terreni). Assordante è il silenzio di Eurolink, al cui vertice c’è l’ex Capo dei Servizi segreti Gianni De Gennaro, forte lo strepito dei comuni interessati all’opera. Ma soprattutto il comprensibile mutismo di Palazzo Chigi, che dovrebbe sborsare miliardi in tempo di vacche magre.

I primi soldi del Ponte sono stati messi dai fondi di coesione sociale di Sicilia e Calabria, del resto si sentono cifre da il Lotto alle otto. Nel frattempo i siciliani sono isolati pure dentro l’isola, e tra le isole dell’arcipelago. Il sistema dei trasporti è al collasso, i traghetti vengono continuamente sequestrati, il treno da Catania a Palermo non c’è più a causa dei lavori di raddoppio ferroviario, l’autostrada nello stesso tratto ha aumentato di un’ora il suo tempo di percorrenza, il treno per Trapani è un sogno, la famosa Catania-Ragusa è chimera. A Palermo si continua a parlare di un tram chiamato desiderio. Più che isolati siamo immobilizzati. Come può un Ponte arginare il mare di deficienza strutturale? Un problema da discese ardite, senza risalite. Tranne quella del reflusso gastroesofageo che terrà lontano dal voto la grande maggioranza della popolazione siciliana. Altro che Ponte sospeso, qui non è sospeso nemmeno un caffè. Fa male alla gastrite.

Giovanni Pizzo

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