L’identità europea si costruisce su pilastri molteplici e interconnessi. Il ritorno al riarmo e le tensioni che ne derivano lo dimostrano. L’Europa è a un bivio: da un lato, le sue anime diverse, figlie della Guerra Fredda, evidenziano fratture; dall’altro, le narrazioni pubbliche amplificano polarizzazioni basate su interpretazioni arbitrarie.

Il quadro

L’incapacità di raccontare due visioni del mondo in conflitto si è acuita con il riposizionamento strategico degli Stati Uniti sotto Trump. Oggi, le narrazioni si moltiplicano senza sosta, alimentando il confirmation bias e impedendo una lettura oggettiva della realtà. L’Europa appare marginale nel dibattito geopolitico, mentre narrazioni polarizzate rafforzano l’idea di una Russia inarrestabile. Il discorso pubblico si irrigidisce su posizioni estreme, e in Italia i retaggi ideologici amplificano la frammentazione del dibattito. Due visioni di Europa si scontrano: una liberale, basata su libertà e democrazia, l’altra fondata sul vittimismo e la ricerca dell’uomo forte. Questo alimenta l’attrazione per leader autoritari o imprenditori come Elon Musk, che influenzano il dibattito pubblico senza rispondere a sistemi democratici.

Le novità digitali

L’Europa deve svegliarsi. Basta dilettantismo. La sicurezza non si garantisce solo con armi, ma con una strategia basata su dati, infrastrutture digitali e intelligenza—non solo artificiale. Serve un advisory scientifico solido per affrontare le sfide con metodo e visione. Il Digital Services Act (DSA) è un passo avanti, ma rischia di essere inefficace senza un’analisi scientifica puntuale. L’idea che le piattaforme digitali possano manipolare su larga scala l’opinione pubblica è una distorsione. Lo scandalo Cambridge Analytica ha alimentato questa paura, ma studi recenti dimostrano che l’impatto della micro-targettizzazione politica è inferiore a quanto si creda. La convinzione che un’inserzione possa cambiare il voto di un elettore è una semplificazione che continua a orientare decisioni politiche senza fondamento scientifico.

Il bisogno di soluzioni concrete

Parlare di difesa cyber solo in termini di hacker e attacchi informatici è un errore colossale. La battaglia si gioca nello spazio informativo. Non si può delegare questa questione a campioni del pensiero circolare, pensatori da libro, finti esperti che hanno scritto saggi senza mai contribuire concretamente, o peggio a blogger di buona volontà. Serve un inquadramento scientifico. L’informazione è un’infrastruttura critica e trattarla senza un modello organico significa lasciare campo libero alle dinamiche che si vogliono contrastare. L’Europa deve strutturare un’agenzia indipendente di analisi dello spazio informativo per fornire strumenti concreti ai decisori politici. Il nostro gruppo di ricerca studia come la disinformazione si è evoluta nel tempo, analizzando piattaforme diverse e valutando l’efficacia delle ads sui social. Ma anche quando questi studi vengono pubblicati su riviste scientifiche importanti, raramente raggiungono i decisori politici.

Il problema del DSA

Il DSA avrebbe dovuto facilitare lo studio di fenomeni di interesse pubblico, ma le piattaforme mantengono ambiguità sulle modalità di condivisione dei dati, temendo sanzioni e burocrazia. L’accesso ai dataset – cruciale per comprendere la società e sviluppare policy informate – resta limitato. Prima del GDPR, i ricercatori potevano ottenere dataset più ampi. Oggi, invece, tra vincoli burocratici e normative restrittive, questa possibilità è drasticamente ridotta.

La regolazione digitale è guidata dalla paura politica, non dalla scienza. E il prezzo lo paghiamo tutti. Serve un sistema di consulenza scientifica più efficace e flessibile. Ciò significa creare meccanismi di consultazione tra istituzioni, esperti e piattaforme, favorendo la raccolta di dati e la loro analisi nel rispetto della privacy e della sicurezza. Significa anche aggiornare costantemente i processi decisionali, evitando di irrigidire le regole in categorie superate. Non si tratta solo di una questione economica o legata ai colossi digitali. Una regolamentazione efficace riguarda tutta la società, dalle piccole imprese ai centri di ricerca. Se l’Europa non cambia rotta ora, non sarà solo spettatrice: sarà irrilevante. E il futuro, il nostro futuro, lo scriveranno altri.

Walter Quattrociocchi

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