Nella sinagoga di via della Guastalla a Milano, a un mese esatto dagli attacchi terroristici dello scorso 7 ottobre, la comunità ebraica, e non solo, si ritrova in massa – oltre 1.000 i partecipanti all’evento “Bring them home now’’ – per chiedere a tutti di “non dimenticare” i 1.400 morti e di riportare a casa gli oltre 200 ostaggi. Presente anche Andrea Ruggieri, direttore responsabile de Il Riformista, che è intervenuto a sostegno della causa israeliana.

Israele modello di democrazia liberale: dev’essere difesa a prescindere

“Vi confesso che sono abituato a parlare in pubblico ma adesso sono paralizzato dall’emozione” – esordisce Ruggieri chiamato sul palco dal presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi – “sono consapevole di parlare a delle persone che stanno rivivendo un dolere che noi immaginiamo, che abbiamo studiato, ma che per nostra fortuna non abbiamo mai vissuto. Israele per noi è un modello di democrazia liberale e quindi a prescindere dev’essere difesa quello che mi indigna è che si fatichi un po’ troppo nel farlo. Mi piange il cuore a vedere che i miei connazionali possano scendere in piazza per difendere l’odio che assale la civiltà di cui sono figli. Una situazione assai deludente ma devo domandarmi perché.”

Israele assediato da 75 anni da vicini che sono terroristi

“Bambini uccisi, massacrati e arsi vivi.” prosegue Ruggieri “donne che celebravano la ritualità cresciuta sotto il tetto di una democrazia liberale che è proliferata malgrado sia assediata dalla sua nascita – ovvero 75 anni fa – da vicini che sono stati terroristici o organizzazioni criminali terroristiche. Quelle donne sono state rapite, uccise, decapitate, stuprate.” In prima fila anche la senatrice a vita, deportata e sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz Liliana Segre. 

Come è possibile che un gay manifesti per la Palestina?

“Mi chiedo come sia possibile che un gay, al quale non sarebbe consentito di essere tale in Palestina, manifesti contro Israele. Bisognerebbe manifestare contro Hamas che è il primo problema, il primo danno per i palestinesi. Cosa spinge persone figlie dell’occidente, della tolleranza e della democrazia a prendere un abbaglio talmente enorme in favore di un’organizzazione terroristica che è tale e niente altro.” dice Ruggieri.

C’è del pregiudizio che si chiama antisemitismo

“C’è qualcosa sotto ovvero un pregiudizio. E quel pregiudizio si chiama antisemitismo che significa odio. L’odio non è compatibile con i valori occidentali che io voglio difendere. Oggi Israele è il confine dell’occidente e va difeso ed è per questo che noi dobbiamo essere tutti ebrei.” conclude Ruggieri.

Redazione

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