Arrivati al 30esimo giorno della guerra tra Hamas e Israele ecco il commento della senatrice Liliana Segre.  “Se sono qui è perché la ritengo una serata importante. Non mi sento di parlare di questo argomento perché sennò mi sembra di avere vissuto invano”. Queste le parole della Segre al suo arrivo alla serata organizzata dalla comunità ebraica di Milano, nella sinagoga di via della Guastalla, per le vittime e chiedere la liberazione degli ostaggi a un mese dall’attacco di Hamas a Israele. A chi le ha chiesto di commentare le immagini che si stanno vedendo in questi giorni, Segre, che è sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz, ha risposto che “sono di una tristezza infinita”.

Il commento di Netanyahu su Hezbollah

Se Hezbollah si unirà alla guerra farà “l’errore della sua vita”: lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media. “Hamas sta scoprendo che stiamo raggiungendo luoghi che pensavano non avremmo mai raggiunto” – ha detto il premier israeliano parlando dal quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv. “Risponderemo con un fuoco pesante a qualsiasi attacco contro di noi”, ha promesso, “la guerra sta avanzando con una forza che Hamas non ha mai visto. Stiamo intensificando la pressione su Hamas ogni ora, ogni giorno”.

“Non ci sarà un cessate il fuoco senza il ritorno dei nostri rapiti”. Lo ha ribadito il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un discorso alla nazione tenuto dal quartier generale militare di Kirya, a Tel Aviv, per aggiornare il Paese sulla guerra. Lo riporta il Times of Israel. Il discorso giunge a un mese esatto dall’attacco del 7 ottobre lanciato da Hamas nel sud di Israele. Netanyahu ha dichiarato che l’operazione di terra fa parte dello sforzo per riportare a casa gli ostaggi e ha aggiunto di avere chiesto alla Croce rossa di lavorare per assicurarne il rilascio.

Oms: “Livello di sofferenza difficile da quantificare”

Il ”livello di morte e sofferenza” nella guerra Israele-Gaza è ”difficile da comprendere”. Lo ha affermato l’Organizzazione Mondiale della Sanità Oms, il cui portavoce Christian Lindmeier ha aggiunto che dall’inizio del conflitto ci sono stati più di 100 raid contro strutture sanitarie. 1.400 persone uccise in Israele contro le oltre 10.000 uccise a Gaza, numero che rappresenta “il mezzo punto percentuale della popolazione”, ha detto ancora il portavoce dell’organizzazione. “Una media di circa 160 bambini vengono uccisi ogni giorno. Niente giustifica l’orrore sopportato dai civili a Gaza”

 

 

 

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