Lo stallo
I socialisti frenano su Fitto, alta tensione sulla Commissione Ue: von der Leyen rinvia la presentazione e prende tempo
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rinvia alla prossima settimana la presentazione del suo collegio di 26 commissari. L’incontro con i leader dei gruppi politici dell’Europarlamento, con il conseguente annuncio pubblico previsto per oggi, è posticipato a martedì 17 settembre. Ufficialmente, il rinvio si rende necessario per attendere che la Slovenia completi la procedura per l’incarico del suo commissario. Il governo di Lubiana ha proposto soltanto lunedì scorso il nome di Marta Kos, ex ambasciatrice in Germania, Lettonia e Svizzera. Una scelta che aiuta von der Leyen a raggiungere l’obiettivo di una Commissione più equilibrata in termini di genere.
Il rinvio della presentazione
Il primo candidato nominato dalla Slovenia, Tomaž Vesel, si è ritirato venerdì scorso. Anche perché la presidente della Commissione ha fatto pressioni su alcuni governi per cambiare il candidato uomo con una donna. La Bulgaria è l’unico paese che ha risposto positivamente alla richiesta di Ursula di inviare due nomi – un uomo e una donna – per garantire la parità di genere. Ma il Parlamento sloveno deve ancora approvare formalmente la sostituzione di Vesel con Kos. Secondo il portavoce capo della Commissione Eric Mamer, l’Aula “esprimerà la sua opinione sul candidato proposto per il posto di commissario venerdì. Solo dopo questo passaggio la nomina del candidato sarà completa e ufficiale”. Ecco il motivo ufficiale per cui “la Commissione ha chiesto al Parlamento europeo di rinviare” la presentazione del collegio. Tuttavia, secondo la testata Politico, i funzionari dell’Europarlamento pensano che von der Leyen “abbia approfittato della formalità della procedura slovena per guadagnare un’altra settimana per mettere a punto l’attribuzione degli incarichi”.
La composizione della nuova commissione Ue
La seconda Commissione vdL sarà composta prevalentemente da uomini e da conservatori. Ursula rischia di non rispettare nemmeno i criteri della direttiva sull’equilibrio tra uomini e donne nei Cda delle società quotate (40%): peggio dei predecessori José Manuel Barroso e Jean-Claude Juncker. Il collegio conta attualmente 16 uomini e 11 donne: la parità di genere non sarà raggiunta, ma c’è un miglioramento rispetto alla rosa di candidati di fine di agosto. La futura Commissione sarà sbilanciata anche sul piano politico, rispetto alla maggioranza parlamentare che la sostiene. Il Ppe conta infatti 13 commissari (saranno 14 quando von der Leyen opterà per la bulgara Zaharieva), i socialisti 5, i liberali 4. Nessun commissario verde, mentre l’Ecr e i patrioti, contrari alla conferma di Ursula, avranno propri rappresentanti.
Lo stallo su Fitto
Tra questi c’è anche Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei e il Pnrr, che secondo Die Welt potrebbe diventare vicepresidente esecutivo responsabile dell’economia: una scelta che non piace a socialisti e liberali. Secondo il Financial Times, la socialista spagnola Teresa Ribera potrebbe ottenere la concorrenza invece della transizione climatica e digitale, che resterebbe sotto il controllo del Ppe: in questo caso avrebbero da ridire i verdi. Alla luce di queste anticipazioni, il presidente del Pse Stefan Löfven avverte che “la composizione della prossima Commissione europea rischia di andare oltre l’intesa che avevamo. Come famiglia socialista europea, è tempo di lanciare un chiaro avvertimento sul prossimo mandato della Commissione”. Per Löfven il voto parlamentare “non è mai stato un assegno in bianco. La prossima Commissione deve soddisfare le nostre aspettative, sia in termini di politica che di principi”. Sotto tiro è proprio la vicepresidenza esecutiva a Fitto.
Lo dice con chiarezza la presidente del Gruppo S&D, Iratxe García, in una nota: “Ignorare il processo di spitzenkandidat, minare l’equilibrio di genere nel collegio, mettere un commissario per l’occupazione il cui impegno per i diritti sociali è discutibile nella migliore delle ipotesi, portare proattivamente l’Ecr nel cuore della Commissione, questa sarebbe la ricetta per perdere il sostegno dei progressisti”. Si tratta di schermaglie che non hanno la forza di mettere in discussione la nomina di Fitto, legittimamente nominato dal governo di uno Stato membro (guidato da Fratelli d’Italia) e titolare di un profilo moderato ed europeista (frutto della sua formazione democristiana ma, questo sì, in controtendenza con la gran parte del suo partito). Ma rappresentano il tentativo di mettere pressione a von der Leyen affinché retroceda il rappresentante italiano a un dicastero europeo di rango inferiore. Bisognerà attendere martedì prossimo per capire come Ursula supererà questi scogli.
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