Correva l’anno 1968 e, in un anno storicamente molto movimentato in Italia e non solo, un pizzico di serenità veniva regalata ai bambini dell’epoca da una piccola cantante di quattro anni, all’anagrafe Barbara Ferigo, che trionfava nella decima edizione dello Zecchino d’Oro con un motivetto che sarebbe di lì a poco entrato nelle case di tutti gli italiani: “Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due…”. Esattamente trent’anni dopo, nella cittadina piemontese di Rivoli, i Gatti non sono animali ma una famiglia e il 24 giugno viene alla luce Federico, robusto ragazzotto che sin da piccolissimo inizia ad avvicinarsi e ad appassionarsi al calcio, sponda Toro come papà Ludovico desidera. Se vogliamo avventurarci poi in un altro balzo temporale e spostare la lancetta degli anni ancora una volta in avanti, in questo caso di 25 primavere, troveremo Federico che si esprime ai massimi livelli non con la maglia granata e sotto gli ordini di Ivan Juric, al quale tra l’altro era stato vicinissimo prima di firmare con il club di Via Druento, ma bensì con la casacca bianconera e seguendo, in tutto e per tutto, le indicazioni di Massimiliano Allegri.

Criticato a più riprese dalla grande maggioranza degli opinionisti italiani, il tecnico livornese non si è mai curato e snaturato: il piano partita è chiaro, per vincere basta un goal in più degli altri e, dal momento in cui questo viene messo a referto, non ci si cura più dell’estetica o dell’eleganza, ma bensì si chiude la serratura della propria porta e si cerca di portare a casa il bottino pieno. “Si unirono compatti” dunque “in fila per sei col resto di due” considerando che gli ultimi sei punti in fila, “six in a row” come dicono gli americani, maturati grazie alle vittorie contro Monza e Napoli, sono stati portati a casa grazie a due goal del difensore bianconero e hanno permesso alla compagine di Max Allegri di mantenere un distacco di due lunghezze, o resto di due se vogliamo citare ancora una volta Barbara Ferigo, dall’Inter capolista.

La storia di Federico Gatti è un inno meraviglioso al non smettere di sognare anche quando le cose intorno a te girano male, o comunque non come vorresti: il ragazzo di Rivoli infatti può essere accostato ad un “gattino senza padrone” che nel 2014 si accasa al Pavarolo, militando nella categoria Juniores di una squadra che milita in Promozione. Nella stagione 2014-2015 mette a referto solo 4 presenze con la prima squadra, nel frattempo durante il giorno svolge le professioni di muratore, serramentista e riparatore di tetti poiché il padre ha perso il lavoro e dunque in famiglia c’è bisogno d’aiuto. Soltanto un inguaribile romantico, in una situazione del genere, può anche solo pensare ad un epilogo così. E invece Federico scala le categorie dilettantistiche conquistando l’Eccellenza con il Pavarolo, la serie D con il Verbania e qui si conferma l’anno dopo con 22 presenze e 3 goal.

A quel punto il salto nei professionisti è cosa fatta: lo acquista la Pro Patria all’inizio del 2020- 2021 e Gatti risponde presente anche questa volta, con 34 presenze e 1 rete in campionato. Il Frosinone, da sempre fucina di talenti e realtà consolidata nel far crescere i giovani, lo scova a Busto Arsizio e per il ragazzone piemontese si aprono le porte della Serie B. Tre goal nel girone d’andata e prestazioni di alto livello: bussa la Juve, un giorno e mezzo dopo Federico è in sede per firmare il contratto con i bianconeri. Rimarrà in prestito in Lazio, fino al termine della stagione, senza mai peccare di presunzione o sedersi sugli allori, nonostante il suo futuro sia già scritto e si mostra sicuramente più roseo del passato vissuto fino a quel momento. Mai una parola fuori posto, un comportamento sbagliato. Già, perché adesso, nonostante il padrone Allegri gli abbia dato la possibilità “di dormire sulle poltrone” e di esprimersi in grandi palcoscenici, Federico non dimentica di come il percorso sia stato tortuoso, e di quanto questo sia stato palestra di vita. Lui che non ha mai smesso di sognare. Perché sono sempre i sogni a dare forma al mondo.

Francesco Landini

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