Strage di Ustica, provo a rispondere, sommessamente, alla lettera di Claudio Gatti.
1. Il quinto scenario – quello israeliano – sarebbe “conforme alla realtà” perché gli altri (italiano, americano, francese e libico) sarebbero invece improbabili. Ma è come dire che Mario ha ucciso Franco perché né Antonio, né Claudio, né Giuseppe, né Filiberto lo hanno ucciso.
2. Dice: no, perché Mario (cioè Israele, n.d.r.) aveva la capacità di ucciderlo. Vediamolo. Nel libro di Gatti – quello del 1994, oggi “arricchito” con la nuova edizione – una mappa illustra la presunta attività aerea nei cieli italiani quel giorno del 1980. C’è un “Aereo Cisterna”, che avrebbe approvvigionato gli intercettori israeliani bisognosi di rifornimento. Quel mezzo “cisterna” è un Boeing 707.

Il guaio è che il primo quadrireattore (707 matricola 4X-JYT) che Israele equipaggia per il rifornimento di intercettori comincia le prove di volo a metà del 1981, ed entra in servizio nel 1983. I tanker precedenti erano i KC-97 matricole 4X-FPP, FPS e FPT, dotati di kit alari per rifornire i piccoli cacciabombardieri A-4 Skyhawk (non intercettori). Era dunque senza fondamento ciò che Gatti illustrava nel suo libro del 1994 ed è senza fondamento ciò che ripete nell’edizione di quest’anno, vale a dire che, nel 1980, Israele disponesse di caccia che “potevano essere riforniti in volo dai Boeing 707 convertiti in aerei cisterna” (così “Il quinto scenario – atto secondo”, edizione digitale, pag. 146).

3. Poi, a supporto della propria tesi, Gatti argomenta: a) che “sette anni prima di Ustica, l’Aereonautica israeliana aveva per errore abbattuto un aereo passeggeri civili”; b) che Israele avrebbe dimostrato le proprie capacità “5 anni dopo Ustica andando a bombardare il quartier generale dell’OLP a Tunisi”. Due argomenti, due guai. Quanto al caso di 7 anni prima, infatti, immaginiamo che l’autore si riferisca all’abbattimento del 727 della Lybian Arab Airlines: il quale non dimostra nulla circa il fatto che, 7 anni dopo, Israele avesse le capacità di rifornimento aereo di cui non aveva bisogno per l’abbattimento del 1973. Quanto, invece, al bombardamento di 5 anni dopo, non sapremmo proprio cosa dire se non che è avvenuto 5 anni dopo: e cioè 2 anni dopo rispetto al 1983, quando Israele aveva approntato il tanker di cui nel 1980, al tempo di Ustica, come abbiamo visto sopra, non disponeva.

4. Nella mappa disegnata sul libro di Gatti c’è poi il famoso Mig libico che sarebbe caduto sulla Calabria il giorno della “battaglia aerea”. Altro guaio. Perché nel 1994 era già scritto (marzo del 1989) il decreto del giudice istruttore del tribunale di Crotone, il quale accertava che il coinvolgimento del Mig libico nella presunta battaglia aerea era una “favola”, e che la data dello schianto era ben successiva (18 luglio) alla tragedia di Ustica (27 giugno). La falsità di quel collegamento (falsità, non semplice inverosimiglianza) sarà poi confermata dalla Corte di Assise di Appello di Roma con sentenza del 15.12.2005, la quale esaminava l’ipotesi della presunta battaglia aerea e del Mig libico che – come il Dc-9 Itavia – ne avrebbe fatto le spese, liquidandola al rango “di un libro di spionaggio” (pag. 114).

5. L’ex comandante Ivry nega che suoi aerei fossero in quei cieli (per dire il contrario avrebbe dovuto ignorare che Israele quegli aerei non li aveva), ma un bravissimo giornalista di Report – osserva Gatti – tira fuori la verità da un altro israeliano, Shlomo Nakdimon. Il quale, parlando “in generale” (dunque non di Ustica, si immagina), spiega che ci sono cose che si fanno ma non si dicono. Pressappoco è come il Riformista che, per questo articolo, mi paga settantaquattromila euro: ma, se lo domandi a Velardi, lui nega perché certe cose si fanno, mica si dicono.