Il caso europeo
Su Ungheria la destra e la sinistra si dividono come ai vecchi tempi
Alla fine qualcuno in Europa i “pieni poteri” li ha avuti per davvero. Ciò che era stato chiesto invano al Papeete è invece accaduto al Parlamento ungherese. Victor Orban, col pretesto del Coronavirus, è diventato il padrone assoluto del paese, fino a quando lui stesso lo riterrà opportuno. Intanto una mossa degna di un super potere Orban l’ha già fatta: aver fatto rinascere, seppur solo virtualmente, il bipolarismo sinistra-destra in Italia. Da un lato Partito Democratico, Italia Viva, Sinistra Italiana e + Europa, tutti scesi in campo contro il “dittatore” e “nemico dell’Europa” ungherese, dall’altro Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che invece plaudono all’iniziativa di Orban o minimizzano, quando non rimbalzando quelle stesse accuse contro l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte.
La prima tessera italiana del domino l’ha tirata giù Matteo Renzi che sui social si è scagliato contro Orban, chiedendo all’Europa di «fargli cambiare idea» oppure, addirittura, di «cacciare l’Ungheria dall’Unione». Ma la tentazione era troppo forte per non chiamare in causa l’altro Matteo: «Salvini che giustifica Orban mi fa passare tutti i dubbi che ogni tanto mi vengono sulla nostra scelta di agosto 2019», cioè piuttosto che vedere Salvini con i pieni poteri va bene perfino un governo con i grillini e Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.
Il Partito Democratico si fa sentire presto, al Rifomista l’europarlamentare Brando Benifei, capo delegazione dem a Bruxelles, chiama in causa il Consiglio Europeo: «Cosa altro deve fare Orban perché l’Unione sanzioni pesantemente il suo governo? Questa inazione è vergognosa». Anche il vicesegretario Andrea Orlando è intervenuto: «Il virus ha fatto ammalare la democrazia del nostro continente, un regime autoritario non può far parte dell’Unione». Sulla stessa linea Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana: «Ungheria incompatibile con i nostri valori».
Molto duro Benedetto Della Vedova, segretario di + Europa, che al Riformista dice: «L’Europa non permetta più a Orban di infrangere la democrazia mentre si fa bello con i fondi comunitari». E attacca il centro-destra: «Salvini, Meloni e Berlusconi, emuli di Orban, porterebbero l’Italia in quella direzione, lontani dall’Europa e con meno democrazia». Da parte sua Salvini non fa nulla per dissociarsi dalla svolta ungherese, augurando «buon lavoro all’amico Victor Orban», rimarcando la «libera scelta del parlamento ungherese» che gli ha dato «poteri speciali per combattere il virus». Ad attaccare i detrattori italiani di Orban ci pensa il deputato leghista Claudio Borghi che al Riformista dice: «Chi lo sta attaccando in realtà in Italia fa le stesse cose.
Con la differenza che almeno in Ungheria il Parlamento ha votato». In scia il collega Claudio Durigon che, sentito dal nostro giornale, attacca: «No a tutti i regimi, ma da noi già da un pezzo Giuseppe Conte va avanti a conferenze stampa e decreti, mentre Borrelli (capo protezione civile, ndr) e il commissario Arcuri i pieni poteri li hanno già». Posizione non troppo diversa da quella del senatore forzista Maurizio Gasparri che ci dice: «Spiace se in Ungheria hanno indebolito il Parlamento, ma in Italia è già così. E chi critica Orban è amico della Cina, fetida dittatura comunista compromessa con il Coronavirus.
Pure Conte governa da solo, diciamo che la democrazia sta zoppicando anche da noi». L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza ci dice che per lui la vicenda Orban è solo «l’ennesima gazzarra della sinistra a corto di idee, contro un provvedimento democratico e previsto dalle leggi ungheresi contro le emergenze». Per lui dietro questo attacco c’è la «fragilità della retorica europeista», che non sta riuscendo ad affrontare il Coronavirus e per questo «prova a esistere inventandosi un nemico e un problema». Chissà cosa farà Orban con i “pieni poteri”, intanto ci ha restituito una destra e una sinistra.
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