I colloqui di pace di Ginevra per il Sudan sono vicini al fallimento. Il meeting svizzero era nato per mettere al tavolo l’esercito sudanese guidato dal generale al-Burhan ed i ribelli delle truppe paramilitari delle Forze di Supporto Rapido comandate dal generale Hemeti. Nessuno dei due contendenti è però presente nella cittadina svizzera e soltanto i mediatori si stanno confrontando per poi riportare ad al-Burhan ed Hemeti le proposte di pace. Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, insieme alla Svizzera, sono i promotori di questi colloqui che dovrebbero porre fine ad un conflitto sanguinoso che sta dilaniando il Sudan da ormai oltre 16 mesi.

I governativi non hanno accettato di partecipare perché chiedono l’applicazione degli accordi di Gedda del maggio 2023, ma oggi le Forze di Supporto Rapido hanno riconquistato terreno prendendo il controllo di quasi tutto il Darfur, tranne la città settentrionale di Al Fasher assediata da settimane. I paramilitari, creatura politica e militare dei mercenari russi dell’ex Wagner Group, hanno preso il controllo anche di alcune province del Kordofan e mantengono saldamente i quartieri meridionali della capitale Khartoum , nonostante i continui bombardamenti dell’aviazione sudanese controllata dai governativi.

Nemmeno Hemeti ha raggiunto Ginevra, ma ha inviato una proposta di tregua, ma a condizioni inaccettabili per al -Burhan. Proprio il generale Abdel Fattah al -Burhan in questi giorni ha inviato i suoi mediatori al Cairo per far avere all’Egitto la propria proposta di cessate il fuoco. Gli egiziani e soprattutto il generale al-Sisi sono i grandi protettori di al-Burhan e senza un assenso del Cairo ai colloqui di Ginevra era apparso improbabile che si arrivasse ad un risultato concreto. L’Egitto ha inviato una delegazione in Svizzera insieme ai sauditi e agli emiratini, più vicini alle posizioni dei paramilitari, ma è soprattutto la posizione statunitense che potrebbe essere determinante.

Gli Usa hanno partecipato anche al pre-incontro del Cairo, ma nonostante la situazione drammatica del Sudan il meeting di Ginevra pare destinato al fallimento. Il paese è in ginocchio e gli sfollati si contano a milioni. Le Nazioni Unite e le Organizzazioni Non Governative fanno molta fatica a far arrivare aiuti e l’insicurezza alimentare colpisce la maggioranza della popolazione. Ieri è stato riaperto un valico con il Ciad ed i convogli di aiuti alimentari sono ripartiti, ma nel frattempo è scoppiata un’epidemia di colera per i problemi di approvvigionamento di acqua potabile. Gli stati confinanti sono al collasso per sostenere le centinaia di miglia di profughi che arrivano, ma la pace resta davvero lontana per il martoriato Sudan.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi