Va bene rassicurare l’elettore ma la campagna elettorale devi farla sennò gli altri ti mangiano. Devi stare in giro, sponsorizzare il partito non solo il segretario. Sono ore di tensione in Forza Italia. Domani si vota. I giochi sono praticamente chiusi. E nel partito il malumore viaggia sul chiacchiericcio, in quei conciliaboli che in ufficio si svolgono nei pressi della macchinetta del caffè. Gli ultimi giorni non sono stati addolciti dal flusso di sondaggi che macinano dati senza sosta. Per quanto possano valere, sono l’unico riferimento alla vigilia di elezioni su cui inciderà tanto l’astensionismo. Quindi azzardare previsioni non è consigliabile.

Ma le discussioni sono già cominciate. E domenica sera potrebbero trasformarsi in processi. Perché una cosa è rassicurare l’elettore, un’altra è il low profile. Anche all’elettore moderato devi far sapere che esisti, che ci sei. Farti sentire su temi importanti. Forza Italia, invece, è rimasta molto, secondo alcuni troppo, defilata. E nella comunicazione politica nascondersi, o comunque diradare le proprie apparizioni, non funziona quasi mai. Men che meno in campagna elettorale.

La campagna ad personam di Tajani

I borbottii nel partito sono dovuti anche e soprattutto a una singolare eccezione. Quella che riguarda Antonio Tajani. Per lui, sostengono le anime più inquiete, non c’è stato alcun low profile. Qualcuno parla di tajanizzazione di Forza Italia. Il segretario è stato molto presente in tv, ultimamente è stato onnipresente a Mediaset. Sui quotidiani è diventato un’abitudine il suo bel faccione a corredo di una conversazione. L’accusa è che abbia lavorato innanzitutto per sé. E che la stessa ostinazione e lo stesso impegno non s’è visto per gli altri. Dove alla voce altri va letto: il partito. A Tajani riconoscono il merito di aver mantenuto vivo il partito dopo l’addio di Silvio Berlusconi. È accompagnato dall’etichetta di gestore. Una discreta amministrazione dell’ordinario ma senza lampi, senza guizzi. E un’attenzione particolare alla propria figura. Sui territori il malumore è palpabile. A Milano non sono pochi quelli che fanno notare quanto poco si sia vista in tv Letizia Moratti che pure è un nome più che spendibile, e che tra l’altro ha finanziato in maniera generosa il partito in vista delle Europee. In Sicilia di fatto si andrà alla conta interna. Ciascun leader porta il proprio uomo. Sono più primarie che elezioni. Tajani, Cuffaro, Schifani, Lombardo. Ognuno per la propria strada.

La lettera agli iscritti: “Votatemi”

A conferma dell’attenzione focalizzata su di sé, ieri agli iscritti, ai quadri e agli eletti di Forza Italia è arrivata la lettera con cui il segretario chiede di spingere per il voto al partito. E poi aggiunge: “Come sapete ho deciso di guidare le liste di Forza Italia anche nella vostra circoscrizione. Per questo dopo aver barrato il simbolo di Forza Italia potrete esprimermi la vostra preferenza scrivendo accanto TAJANI. Farlo significa anche dare un grande sostegno al nostro progetto per un’Europa più forte e un’Italia più forte in Europa”. Non tutti, per usare un eufemismo, l’hanno presa bene. È vero che anche Giorgia Meloni, soprattutto nelle ultime due settimane, ha provato a farsi vedere ovunque, è stata persino protagonista di un “blitz” nel Tg di Mentana a La7. Ma “Giorgia” è la naturale locomotiva di Fratelli d’Italia. Se si ferma lei, il partito ne risente immediatamente. E poi il livello non proprio eccelso (altro eufemismo) dei suoi le impone di occupare stabilmente la scena. Se lascia spazi ad altri, poi deve solo rimediare ai guai commessi. Per Forza Italia il discorso è diverso.

La partita personale dell’uomo di Berlusconi

La sensazione – per alcuni molto più di una sensazione, diciamo tra il sospetto e la certezza – è che Tajani si sia giocato una partita personale per accreditarsi come leader dialogante. Solo per obiettivi personali. Non a caso il suo nome è comparso per la presidenza della Commissione europea ed è ormai una presenza fissa nell’elenco dei quirinabili. Non sono passate inosservate le continue strizzatine d’occhio da parte del piddino Dario Franceschini che usa sempre parole dolci per l’uomo cui Berlusconi ha affidato la guida della sua creatura. “Forza Italia si candida a diventare una casa ospitale per i moderati, una quasi Dc”, è una delle sue frasi riportate l’altro giorno dal Foglio. Comunque vada, per Tajani le prossime elezioni rischiano di essere ugualmente un successo. Pure se Forza Italia dovesse scendere sotto le aspettative. È proprio questo che in tanti nel partito non digeriscono. E stanno aspettando solo i risultati per rendere pubblici i malumori.