Prendere pochi voti rispetto agli altri leader. Raccogliere meno preferenze di Roberto Vannacci. Dietro l’attivismo del leader di Forza Italia, Antonio Tajani, non c’è solo la paura che gli azzurri finiscano più o meno ampiamente sotto la Lega ma c’è anche un timore più “personale”. Legato alla performance del ministro degli Esteri alle elezioni Europee. Tajani teme il confronto con i capi degli altri partiti. Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Ma soprattutto Matteo Renzi e Carlo Calenda, sfidanti a caccia dell’elettorato più centrista. Poi c’è il derby con la Lega. Una competizione sempre più serrata. Declinata nella gara con il frontman del Carroccio, che non è il leader del partito. Proprio per questo prendere meno voti di Vannacci sarebbe la sconfitta più pesante per Tajani.

Da qui l’indicazione ai referenti azzurri sul territorio. Traducibile più o meno così: “Dovete far votare tutti per me”. Anche perché il vicepremier forzista deve staccare, al Nord, due possibili campioni di preferenze nelle liste di Forza Italia. Ovvero Letizia Moratti e Flavio Tosi. La prima, in particolare, in futuro potrebbe rappresentare un’avversaria per la leadership della forza politica fondata da Silvio Berlusconi.
La presa di Tajani su FI, però, dipende dai risvolti della battaglia campale interna al centrodestra. La sfida delle sfide. Quella con la Lega. Che vuol dire lotta delle preferenze con un novizio della politica. Quel Vannacci che è stato un caso editoriale ed è diventato rapidamente un caso politico.

Il generale e il ministro degli Esteri

Il moderato contro il nuovo simbolo della scorrettezza politica. Due facce del centrodestra. Il militare, ex incursore, è candidato in tutti i collegi tranne che nelle Isole. Ma sarà capolista al Sud e al Centro, dove Salvini vuole ampliare la piattaforma della Lega, confermare l’esistenza del Carroccio su tutto il territorio nazionale, competere nelle regioni in cui Forza Italia è più forte. Tajani, invece, dopo una serie di tentennamenti, ha deciso di guidare le liste azzurre in tutta Italia, esclusa la circoscrizione dell’Italia Insulare. Proprio al Centro e nel Mezzogiorno ci sarà il confronto diretto con Vannacci, capolista della Lega. Per evitare “l’umiliazione” del sorpasso del Generale, tocca riempire l’agenda di appuntamenti elettorali e mobilitare i dirigenti azzurri. Annusato il pericolo, Tajani ha raccomandato ai suoi di indicare sempre anche il suo nome insieme agli altri candidati. Il titolare della Farnesina, laziale, punta a fare il pieno al Centro-Sud. Nei collegi dove sfida Vannacci.

L’incubo del voto in meno di Vannacci

“Finire dietro Vannacci aprirebbe delle discussioni nel partito”, ammette un parlamentare di lungo corso di FI. Salvini invece è convinto: “Io penso che Vannacci, che è votabile in tutta Italia, sarà il più votato non solo della Lega ma di quasi tutti gli altri partiti”. Nel frattempo la corsa del generale de Il Mondo al Contrario continua a far discutere all’interno della Lega. Il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa, vicinissimo al segretario federale, annuncia che una delle sue preferenze andrà a Vannacci. Il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo dice che sceglierà altri candidati. Tajani spera che le polemiche dentro Via Bellerio facciano il suo gioco. Il leader di Forza Italia attacca Marine Le Pen e si prepara alla manifestazione di FI “Al centro dell’Europa”, prevista per oggi a Roma. “È sorprendente che l’amico Antonio Tajani preferisca il bellicista Emmanuel Macron a Marine Le Pen”, incalzano fonti della Lega. Che provocano: “È sorprendente che Tajani abbia criticato lo slogan della Lega ‘meno Europa’, visto che era la parola d’ordine scelta anche da Silvio Berlusconi” per le Europee del 2014. Salvini insiste: “Tajani sbaglia a prendersela con Le Pen”. FI risponde: “La Lega si sbaglia: lo slogan di Berlusconi non era ‘meno Europa’, ma ‘meno Europa in Italia, più Italia in Europa’. Forza Italia sosteneva e sostiene il principio di sussidiarietà”.