La telefonata tanto attesa è finalmente arrivata. Il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, a 14 mesi dallo scoppiare del conflitto in Ucraina nato dopo l’invasione russa, hanno finalmente discusso in un faccia a faccia “virtuale”.

Una telefonata attesa da tempo e più volte auspicata dalla comunità internazionale per spingere Pechino a mediare per la fine delle ostilità vista la “presa” che il regime ha sulla Russia di Vladimir Putin. A dare notizia del colloquio è stata Hua Chunying, direttore dell’informazione del ministero degli Esteri cinese, con due tweet in inglese e russo.

In una nota ufficiale quindi Xi Jinping fa il punto su quanto discusso con Zelensky. Il presidente cinese ha sottolineato che Pechino “si è sempre schierata dalla parte della pace e l’unica via d’uscita è quella del dialogo e dei negoziati, impegnandosi per un cessate il fuoco il prima possibile” e ribadendo come più volte fatto in questi mesi che “non ci sono vincitori in una guerra nucleare”, tema questa costantemente evocato in particolare da Mosca.

Ma il punto che concretamente dà la notizia del giorno, il passaggio più significato, è quando Xi Jinping spiega che invierà “un rappresentante del governo cinese per gli affari eurasiatici a visitare l’Ucraina e gli altri Paesi interessati per condurre una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi”, pur non specificando i tempi.

Nel colloquio telefonico durato circa sessanta minuti, e non poteva essere altrimenti, il numero uno cinese ha marcato ancora una volta l’accento sulla questione dell’integrità territoriale, un tema chiave per Kiev (per la questione del Donbass e della Crimea) ma anche per la Cina, con la scottante vicenda di Taiwan. “Il rispetto reciproco per la sovranità e l’integrità territoriale è il fondamento politico dei legami bilaterali”, ha detto infatti Xi Jinping nella telefonata.

Poco dopo è arrivata la risposta ufficiale da Kiev, con una dichiarazione di Zelensky: “Ho avuto una lunga e significativa conversazione al telefono con il presidente cinese, spero in uno sviluppo importante nelle relazioni bilaterali” tra Kiev e Pechino. Non a caso il presidente ucraino dopo la telefonata col suo omologo cinese ha nominato Pavel Ryabikin ambasciatore dell’Ucraina presso la Repubblica popolare cinese.

Un ruolo da mediatore per Pechino che però difficilmente potrà ripartire dalla discussa proposta di “soluzione della crisi ucraina”, in cui vi è sì una richiesta di cessate il fuoco tra le parti, senza però chiedere all’invasore russo il ritiro delle truppe dalle aree occupate dopo l’aggressione del 24 febbraio 2022.

In ogni caso però il segnale arrivato dalla Cina con la telefonata dal presidente Xi Xinping a Zelensky viene considerato “positivo” dagli Stati Uniti, anche se è “prematuro” fare previsioni sui suoi effetti. “È una buona cosa, ma non credo che a questo punto sappiamo se porterà a qualche tipo di movimento, piano o proposta di pace significativi“, ha commentato il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, John Kirby.

Non così positiva invece la reazione di Mosca. “Notiamo la disponibilità della parte cinese a compiere sforzi per stabilire il processo di negoziazione“, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in una nota, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti. Tuttavia, ha continuato, Kiev continua a respingere “qualsiasi iniziativa sensata volta a una soluzione politica e diplomatica della crisi ucraina, e un eventuale accordo per negoziati” ponendo ultimatum con “richieste deliberatamente irrealistiche“.

La portavoce, inoltre, ha detto che “le autorità ucraine e i loro danti causa occidentali hanno già dimostrato la loro capacità di portare a termine iniziative pacifiche… Pertanto è improbabile che qualsiasi appello alla pace venga accolto adeguatamente da fantocci controllati da Washington“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia