Apparteneva ad una cellula vicina all’Isis, ed è stato arrestato dalla Polizia nel corso di un’operazione delle Digos di Venezia e Gorizia, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Si tratta un 25enne di cittadinanza tunisina sul quale pendeva un mandato di cattura internazionale ai fini dell”estradizione, emesso dal Tribunale di Tunisi per “partecipazione ad associazione terroristica e atti di Terrorismo”.

Arrivato in Sicilia a fine agosto con un barcone poi è stato assegnato in una struttura di accoglienza in provincia di Venezia. Il giovane è stato arrestato questa mattina dagli agenti della Digos di Venezia dopo essere stato a lungo monitorato dagli agenti.

Gli uomini del dirigente della Digos di Venezia, Carlo Ferretti, erano già dal mese di ottobre sulle sue tracce quando hanno ricevuto segnalazione dal Servizio per la Cooperazione internazionale di polizia (Scip), tramite le autorità di polizia tunisine, che in Italia era arrivato un cittadino tunisino membro di una cellula terroristica, contigua allo Stato islamico, operante in Tunisia. Negli stessi giorni, la notizia è stata confermata anche dall’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), che ha chiarito come lo straniero fosse sbarcato in Sicilia e che la cellula all’interno della quale operava era operativa in Tunisia, ove aveva programmato attentati anche con uso di esplosivi.

Le impronte digitali hanno confermato che il giovane era la persona ricercata. La Digos di Venezia ha pertanto proceduto al controllo del giovane al fine di acquisire tutti i dati per ogni possibile sviluppo investigativo e successivamente fermato. Anche l’autorità giudiziaria tunisina ha internazionalizzato il provvedimento di cattura per “partecipazione ad associazione terroristica ad atti di Terrorismo” che, il 27 novembre successivo, è stato convalidato dalla Procura Generale di Trieste in attesa delle procedure di estradizione.

“Sul territorio italiano – ha detto ad Agenzia Nova Ferretti -, l’arrestato non aveva avuto atteggiamenti che denotassero una deriva di carattere integralista e, dalle prime dichiarazioni rese al momento del suo sbarco, aveva palesato l’intenzione di non rimanere sul territorio nazionale. Inoltre – ha aggiunto – non possiamo escludere che persone pericolose arrivino in Italia, ma abbiamo dimostrato che quando cio’ accade, il sistema per intercettarli funziona”.

Il Questore Paolo Gropuzzo: “Il soggetto era ospitato al Centro di Permanenza per il Rimpatrio in attesa di essere coattivamente fatto rimpatriare alla sua originaria destinazione – ha spiegato –. Era una sorta di ‘congelamento’ in una situazione che gli imponeva di non potersi muovere liberamente. Si è poi, invece, giunti a questa richiesta di cattura internazionale effettuata dai tunisini e agli sviluppi dell’indagine veneziana. L’uomo era costantemente attenzionato e trattenuto in modo che non potesse essere minimamente pericoloso”

“L’arresto del giovane tunisino ricercato in quanto membro di una cellula dell’Isis è un risultato eccellente del lavoro dei poliziotti della Digos di Venezia e Gorizia, coordinati dalla Direzione Centrale Polizia Prevenzione. Grazie al loro impegno per la sicurezza nazionale”. È quanto scrive su Twitter il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia.

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