La gratificazione e l'indottrinamento
TikTok e le gratificazioni istantanee: una minaccia all’attenzione dei ragazzi
A ogni video corrisponde il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, nel cervello dell’utente. Studi, pur ancora preliminari, a opera di Guizhou University of Finance and Economics in Cina e della Western Michigan University in USA, indicherebbero che TikTok e piattaforme simili coinvolgono gli utenti attraverso “brevi scoppi di emozioni”, che potrebbero portare allo sviluppo di comportamenti di dipendenza e a una riduzione dell’attenzione
TikTok, la piattaforma di social media che ha fatto impazzire il mondo (è stata scaricata 2.6 miliardi di volte), è al centro di molte controversie da sempre. Accusata di essere una specie di super amplificatore di disinformazione politica, e non solo, TikTok è anche oggetto di crescenti preoccupazioni riguardo agli effetti che produrrebbe sul cervello dei giovani. Nota per i video molto brevi e molto coinvolgenti, ha rivoluzionato il modo in cui gli adolescenti consumano contenuti online, tanto che anche Facebook e YouTube hanno da poco introdotto i “corti” (YouTube Shorts) per non perdere una fetta molto redditizia di utenti.
TikTok, per chi non conoscesse la piattaforma nata dalla costola della cinese Douyin e di proprietà della cinese ByteDance Ltd. (con sedi a Pechino, Los Angeles e alle Cayman), offre una sequenza continua di video la cui durata si misura sul filo dei secondi. Venti o trenta secondi, o anche meno. Questo significa che in 30 secondi si può vedere una storia, piccolissima, brevissima, ma completa.
E poiché TikTok raccoglie e analizza i cosiddetti big data – l’insieme dei gusti, delle preferenze e dei valori degli utenti – le storie che propone a ciascun utente non sono scelte a caso. L’algoritmo di TikTok, cioè, sottopone al fruitore una serie di video su argomenti e temi che rinforzano i suoi gusti e le sue credenze: una specie di cascata di contenuti ad alto impatto cognitivo, fortemente appagante, e tale da generare nell’utente una serie di gratificazioni istantanee. Video di 15 secondi, gratificazione, video di 30 secondi, gratificazione e così via. Se uno sta su TikTok per trenta minuti di fila, è facile immaginare quante gratificazioni sperimenti.
A ogni gratificazione corrisponde il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, nel cervello dell’utente. Studi, pur ancora preliminari, a opera di Guizhou University of Finance and Economics in Cina e della Western Michigan University in USA, indicherebbero che TikTok e piattaforme simili coinvolgono gli utenti attraverso “brevi scoppi di emozioni”, che potrebbero portare allo sviluppo di comportamenti di dipendenza e a una riduzione dell’attenzione. Un esame delle scansioni cerebrali di studenti universitari ha infatti mostrato come i centri della ricompensa nel cervello si attivassero solo quando gli utenti guardavano video personalizzati anziché video di interesse generale.
Detto diversamente, se questi timori vengono confermati, significa che le attività per le quali è necessaria una concentrazione prolungata, come la lettura delle pagine di un libro, i compiti per casa, la visione di un film, sono fortemente messe a rischio. Significa cioè che i giovani, come sostiene Gloria Mark (autrice di Attention Span: A Groundbreaking Way to Restore Balance, Happiness, and Productivity), stanno subendo un indottrinamento cognitivo che li sta abituando a cambi di scena rapidi e stimolanti. Per loro, prestare attenzione a cose che non offrono una gratificazione istantanea sarà sempre più difficile. Detto ancora più banalmente: rischiamo di tiktoketizzare il cervello delle nuove generazioni. Col deficit di attenzione non si scherza. John Hutton, del Cincinnati Children’s Hospital, ha chiamato TikTok “una macchina da dopamina” (altri come Forbes lo hanno definito “il crack digitale”) che indurrebbe una specie di intossicazione cognitiva tra i cui effetti vi sarebbe anche un rallentamento della capacità di prendere decisioni e di controllare gli impulsi. Con queste premesse, credo che genitori eD educatori debbano fare qualche importante riflessione e correre ai ripari.
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