Uomini forti, destini forti
Le sue battaglie hanno lasciato un segno profondo
Tina Anselmi guardava al futuro: prima donna Ministro e madre del servizio sanitario nazionale

Prima donna Ministro nella storia della Repubblica, partigiana, sindacalista, decisiva per la nascita del Servizio Sanitario Nazionale. Tina Anselmi nasce a Castelfranco Veneto nel 1927. Sul finire della Seconda guerra mondiale entra, giovanissima, a far parte della Resistenza. Determinante per la sua scelta l’aver assistito all’impiccagione del fratello della sua compagna di banco da parte dei nazifascisti. Nel 1944 si iscrive alla Democrazia Cristiana e nel 1948 si laurea in Lettere alla Cattolica di Milano. Inizia così l’attività nel sindacato. Il suo impegno non passa inosservato all’interno del partito, prima nelle giovanili e poi all’interno del Consiglio nazionale. Nel 1968 viene eletta alla Camera dei deputati. Durante i lunghi anni da parlamentare Tina Anselmi fa della parità salariale e sociale tra uomo e donna una delle sue principali battaglie. È sua la proposta di legge per la parità di trattamento sul lavoro tra uomini e donne.
Con la sua legge Tina Anselmi non voleva soltanto battersi contro le discriminazioni, ma anche promuovere l’occupazione femminile. Questa la situazione in Italia sul finire degli anni ’70:
«La disoccupazione femminile si mantiene costantemente più elevata della disoccupazione maschile; le donne, insieme ai giovani, rappresentano la quasi totalità degli impiegati nel lavoro nero; le donne sono occupate in numero notevole in attività marginali, stagionali e temporanee…»
È facile e triste constatare come queste parole di Tina Anselmi risuonino ancora attuali. Era infatti consapevole che la sua legge non avrebbe risolto automaticamente il problema; sapeva che gran parte delle discriminazioni avevano una radice culturale difficile da estirpare, che dipendevano da «situazioni di costume assai radicate». Questo provvedimento rappresentava comunque un primo, seppur non risolutivo, importante passo.
Dopo essere diventata la prima Ministra della storia della Repubblica italiana nel 1976 (Ministra del Lavoro), Tina Anselmi due anni più tardi bissa questo suo primato. Nel 1978 è lei la Ministra della Sanità del IV governo Andreotti. Anche qui lascia un segno indelebile. Firma la famosa legge 833 con la quale si istituisce il Servizio Sanitario Nazionale. Finalmente la salute diventa un diritto per tutti i cittadini; Tina Anselmi è ancora protagonista di un cambiamento epocale, ma tiene a precisare:
«Con questa riforma vorrei cambiare culturalmente il concetto di sanità, che non è solo garantire prestazioni sanitarie, ma è quello soprattutto di prevenire. Questa prevenzione deve fare del cittadino non solo l’utente, ma anche il gestore della propria salute».
La prevenzione, insieme all’universalità e alle cure domiciliari, sono tre principi cardine del nostro sistema sanitario. Temi evidenziati da Tina Anselmi più di 40 anni fa e che sono ancora oggi tremendamente attuali. La nostra Sanità infatti, seppur considerata tra le migliori al mondo, ha davanti sfide impegnative, a cominciare dalla gestione di una popolazione più vecchia (per il calo delle nascite e l’aumento dell’aspettativa di vita) e quindi più bisognosa di assistenza.
Un altro momento cruciale della vita politica di Tina Anselmi si verifica quando la presidente della Camera Nilde Iotti la chiama a presiedere la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2. Fu un lungo lavoro e ben svolto quello della presidente Anselmi che le costò molto in termini politici e personali. Aveva capito che Licio Gelli, il capo della loggia, non poteva aver messo in piedi da solo quel sistema di contropotere e non poteva esserne l’unico responsabile. Lo definiva infatti «un abile direttore generale». Quello della P2 per Tina Anselmi non poteva comunque essere derubricato a banale scandalo, ma andava analizzato come un fenomeno che aveva obiettivi politici e non di semplice malaffare. Vi erano coinvolti uomini politici, ma anche giornalisti, imprenditori e uomini dei servizi segreti. La Commissione ritenne che la famosa lista degli iscritti alla P2 scoperta a Castiglion Fibocchi nel 1981 non fosse completa. Tina Anselmi intuì la struttura della P2 “a doppia piramide”, una più in basso e una più in alto, con Licio Gelli punto di congiunzione tra le due.
In diverse occasioni, a testimonianza della stima di cui godeva in Parlamento e nel Paese, Tina Anselmi fu proposta da politici e cittadini come presidente della Repubblica. Lo stesso avvenne per Nilde Iotti, ma come sappiamo, nessuna delle due riuscì ad arrivare al Quirinale (finora l’unica carica istituzionale rimanente in Italia mai occupata da una donna).
Muore il primo novembre del 2016 a 89 anni, nella sua casa di Castelfranco Veneto, una delle donne più rappresentative delle nostre istituzioni, le cui battaglie e il cui impegno hanno lasciato un segno profondo, e visibile ancora oggi, nella vita dei cittadini italiani.
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