“Lo faccio perché mi farà star bene, voglio mandare un messaggio a certa gente, ne ho bisogno”. Parla per la prima volta Samuel, il fidanzato di Chiara Petrolini, la ragazza di Traversetolo accusata per l’omicidio dei suoi due figli, dati alla luce a distanza di un anno l’uno dall’altra e seppelliti subito dopo nel giardino di casa.

L’inizio della relazione

Parla col volto coperto per circa 30 minuti a Le Iene e ripercorre le tappe del loro amore: “Con Chiara ci siamo conosciuti alle scuole medie, ero sicuro della relazione, e a settembre quando ci siamo rimessi insieme mi sono tatuato il suo nome. Prima che succedesse questa cosa nella relazione lo stron** ero io, lei riusciva a tenermi dritto. Quello che ha fatto va contro la persona che era per me. Io per lei avrei fatto di tutto”.

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Nessun cambiamento nel corpo: “Mi diceva che prendeva la pillola”

Samuel continua il racconto spiegando la loro relazione da tira e molla: “Tra il primo e secondo bambino c’è stato un anno di stop, mi ha chiesto di rivederci e ci son cascato un’altra volta”. La versione di tantissimi testimoni viene confermata anche dal ventunenne, la gravidanza di Chiara era invisibile: “Lei era normale non cambiava mai, dal giorno in cui ci siamo fidanzati all’ultimo non l’ho mai vista cambiata e nemmeno star male. Non si è notato né il seno, la pancia, né il corpo. Non ho visto cambiamenti nemmeno nei suoi atteggiamenti”. Il ragazzo parla di una maschera, di una fidanzata brava a nascondere tutto, a non far trasparire alcun cambiamento di umore. “Mi sono ristudiato tutto quanto successo non so come sia potuto accadere. Io avevo rapporti non protetti, lei diceva che prendeva la pillola, poi ha iniziato a dire alle amiche che non la prendeva più ma non a me”.

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La paura del giudizio altrui

Poi è la volta del ritrovamento: “Quel giorno mi scrisse ‘Hanno trovato un bambino in casa mia’. Capii quanto successo quando mi chiamarono i carabinieri. Perché l’ha fatto? Per il giudizio degli altri, per paura del giudizio delle altre persone”. La voce del giovane trema, racconta di giorni di sconforto e di disorientamento: “Se dormo la notte? Sì, ma mi sento vuoto, non sogno più. È come aver perso una direzione, ti toglie la voglie di vivere. È stato difficile viverlo non l’ho accettato a pieno”.

Redazione

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