L'ultimo intervento della Presidente sullo Stato dell'Unione
Ursula Von der Leyen stoppa i sovranisti e chiama Draghi
Von der Leyen chiude definitivamente con la destra, nel suo discorso sullo stato dell’Unione. “Abbiamo fatto tanto e bene, dobbiamo completare”, dice. Dunque, chi aveva immaginato altre maggioranze, soprattutto in Italia, è servito: il Ppe non è disponibile a cambiare alleati.
Il cuore dell’intervento è in questo passaggio: “Abbiamo fatto tanto e bene, dobbiamo completare”. La voce è quella di Ursula von der Leyen, il luogo è l’Europarlamento riunito a Strasburgo. “Quindi mi ricandiderò sempre alla guida di una maggioranza con i popolari, i socialisti e Renew Europe”, è l’implicita conseguenza dell’intervento della Presidente sullo Stato dell’Unione, l’ultimo della legislatura. Chi aveva immaginato altre maggioranze, soprattutto in Italia, è servito: il Ppe non è disponibile a cambiare alleati.
“La nostra Unione – ha spiegato Von der Leyen – oggi riflette la visione di coloro che sognavano un futuro migliore dopo la seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone lavorerebbe insieme per condividere pace e prosperità. Credevano che l’Europa fosse la risposta all’appello della storia”. Per questo “l’Europa, ancora una volta, deve rispondere all’appello della storia”.
Intanto tornerà in punta di piedi nelle istituzioni europee, un protagonista del recente passato, alla Bce come a Palazzo Chigi: Mario Draghi. “Per questo ho chiesto a lui, una delle grandi menti economiche europee, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Perché l’Europa farà ‘whatever it takes’ per mantenere il suo vantaggio competitivo”, così la Presidente citando la famosa frase di Draghi pronunciata nel giugno 2012.
Il gelo nella maggioranza di destra è totale. L’unico ad intervenire per Fratelli d’Italia è il capogruppo al Pe: “Presidente von der Leyen, abbiamo ascoltato una sorta di manifesto elettorale. In parte condivisibile, in parte no, in parte in estremo ritardo”.
Un bel problema per Giorgia Meloni, che a nove mesi dal voto del 9 giugno, deve riscrivere da capo la mappa della sua futura agibilità politica e costruirsi un varco a Bruxelles per non essere del tutto irrilevante.
In pratica Fratelli d’Italia dovrà assecondare la campagna anti europeista già avviata dall’infido alleato Salvini e tenerne al riparo il più possibile la Presidente del Consiglio. Giorgia infatti sarà costretta ad avere di nuovo a che fare con la maggioranza ‘Ursula’, non potrà sparare ad alzo zero come ha già cominciato a fare il leader della Lega. Un rebus tutto italiano ma che si ripercuoterà anche all’interno dei Conservatori, che avranno una presidente in campagna elettorale, ma a mezzo servizio. Inoltre se un varco a Bruxelles la presidente del Consiglio dovrà trovarlo, difficile che possa coinvolgere anche la famiglia europea di appartenenza, che peraltro sta per accogliere il presidente ungherese Orban.
Oggettivamente molto più semplice il compito che aspetta il partito di via Bellerio. Lo mette in chiaro intervenendo in aula il parlamentare europeo Marco Zanni: “Non ci aspettavamo fuochi d’artificio dal discorso di von der Leyen, che suona come un manifesto elettorale. Sul Green Deal, abbiamo un’occasione storica. Con la dipartita di Timmermans si può mettere la transizione sul binario giusto. Serve meno ideologia e più pragmatismo, altrimenti l’unico vincitore non sarà l’ambiente, ma sarà la Cina”.
Dopo le parole di Ursula, Salvini si prenderà tutta la libertà di movimento possibile ed un appuntamento è già in agenda: la comparsata di Marine Le Pen domenica a Pontida. Le difficoltà della destra sono sottolineate dalla vicepresidente del Parlamento Europeo la democratica Pina Picierno: “I leghisti si mettano l’anima in pace, non esiste alcuna maggioranza senza il contributo dei progressisti europei, come non esiste senza il contributo dei liberali, che rappresentano una forza consistente”.
Ragionamento condiviso anche da Renew Europe: “Von der Leyen chiude definitivamente con la destra, il suo intervento ripropone di fatto la maggioranza Ursula, l’alleanza tra popolari, socialisti e liberali, per la prossima legislatura”, rilancia il vicepresidente Nicola Danti, “Il centro di Renew sarà determinante per rendere l’Europa più protagonista e per spingere su innovazione e competitività”.
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