Limiti e analogie
Vaccino antipolio contro il Coronavirus è un azzardo
Quindi l’informazione contenuta nel Dna deve essere trasferita altrove, attraverso una lunga lettera su cui viene trascritto il manuale ma che, a differenza dell’ingombrante manuale, possa viaggiare. Questa lettera che è proprio l’Rna. L’Rna esce quindi dalla biblioteca (il nucleo) in cui è contenuto il manuale (Dna) e va in un’altra zona della cellula dove si trova l’officina (il citoplasma). Il citoplasma contiene sia delle stampanti 3D (i ribosomi), sia il materiale da costruzione (aminoacidi) per le proteine. I ribosomi leggono l’Rna come se fosse un file, eseguono le sue istruzioni e costruiscono così le proteine, utilizzando il materiale fornito dagli aminoacidi. I virus a Dna, poco furbi, cosa fanno? Scelgono la via più lunga. Entrano nella cellula e camminano fino al nucleo, inserendo il proprio Dna in quello della cellula. Quando la cellula stampa l’Rna, cioè la lettera che è copia conforme al Dna, questo Rna conterrà al suo interno un pezzo corrispondente alle istruzioni per costruire le proteine del virus.
Una volta raggiunta l’officina, le stampanti 3D produrranno quindi anche le proteine vitali che, unendosi tra loro, daranno vita (si fa per dire) ad altri virus. I virus a Rna hanno capito il trucco e si sono detti: ma chi ce lo fa fare di avere, come quegli altri scemi, il Dna? In questo caso, ci toccherebbe arrivare in profondità, fino al nucleo, e poi inserire il nostro Dna in quello della cellula. E tutto questo per cosa? Per far trascrivere dell’Rna con le istruzioni che servono a produrre quello che ci interessa.
Che complicazione inutile! I virus a Dna fanno come il Barone di Munchausen che, per calarsi dalla Luna con una corda, procedeva tagliandola sopra e riannodandola sotto. Noi facciamo una cosa più semplice. Ci prepariamo da soli il nostro bell’Rna pronto per l’uso. All’ingresso della cellula c’è l’officina. Ci fermiamo lì, non ci pensiamo neanche di arrivare fino al nucleo. Una volta nell’officina usiamo di nascosto le stampanti comandandole con il nostro Rna. In questo modo produciamo le proteine che ci servono, cha altro non sono che i pezzi di virus uguali a noi, poi li assembliamo per bene e ce la svignamo subito insieme ai nostri cloni.
Il club dei virus a Rna, formato da soggetti particolarmente scaltri, è molto esclusivo. Robert Gallo si sarà detto: «Se i coronavirus e il poliovirus appartengono alla stessa consorteria, è probabile che si comporteranno in modo analogo e che quello che vale per uno, varrà anche per l’altro. Compresa l’arma per sconfiggerli entrambi. Poco conta se i coronavirus attaccano i polmoni e il poliovirus il sistema nervoso centrale…». Che vi devo dire? Speriamo che abbia ragione, perché stavolta la scommessa non è come quella di Biagio Pascal, sempre vincente, qualunque sia il risultato. Stavolta, se non si punta sul cavallo vincente, potremmo dover fronteggiare una nuova ondata di Covid19 e non ce lo possiamo davvero permettere. Non ci resta che augurarci che il professor Gallo sia ancora più furbo del virus…
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