"Le persone a rischio sono coloro che hanno rapporti sessuali occasionali"
Vaiolo delle scimmie “si diffonde tra i gay”, la polemica: “Non si crei stigma come per l’Hiv”
Decine di casi di Vaiolo delle scimmie segnalati in Europa e negli Stati Uniti. In Italia sono al momento tre quelli accertati dall’Istituto per le malattie infettive Spallanzani ed è stato avviato uno screening nei confronti di 30 persone entrate in contatto con i contagiati, tutti di rientro dalla Spagna e le cui condizioni al momento non destano preoccupazioni. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) si appresta a convocare una riunione d’emergenza dei suoi esperti per discutere dell’epidemia. Si ritiene che i principali argomenti di conversazione riguarderanno il modo in cui si diffonde il virus, la prevalenza insolitamente alta negli uomini gay e bisessuali e anche la situazione delle vaccinazioni. Il Vaiolo delle scimmie si trasmette infatti attraverso saliva e contatti stretti che presuppongono lo scambio di fluidi corporei.
Sulla vicenda interviene il partito gay per i diritti Lgbt+ che invita il ministro della Salute Roberto Speranza a fornire “chiarimenti” e “che siano vietate affermazioni come quella del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che sostiene che le persone gay sono a rischio, per tale epidemia. Le persone a rischio sono coloro che hanno rapporti sessuali occasionali”. Lo dichiara Fabrizio Marrazzo portavoce del partito che ricorda che “i gay possono avere relazioni monogame o avere rapporti occasionali al pari delle persone eterosessuali. Pertanto chiediamo al Ministero di intervenire per evitare che nuovamente come negli anni ’80 si crei uno stigma contro le persone gay”, facendo riferimento all’Hiv. Nel Regno Unito, secondo le autorità sanitarie, le trasmissioni sono concentrate, senza un legame causale individuato, nella comunità gay.
Secondo l’Ecdc, le organizzazioni di salute pubblica e le organizzazioni comunitarie “dovrebbero adottare misure per aumentare la consapevolezza sulla potenziale diffusione del Vaiolo delle scimmie nelle comunità di individui che si identificano come MSM”, ovvero uomini che fanno sesso con altri uomini, “o che hanno rapporti sessuali occasionali o che hanno più partner sessuali”. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha annunciato che la prossima settimana pubblicherà un rapporto sulla valutazione del rischio.
Per Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, in merito alle proteste sollevate dalla comunità gay a seguito, non si può ancora parlare di malattia sessuale: “La comunicazione oggi è molto delicata – ha spiegato all’agenzia La Presse – ed è stato enfatizzato questo aspetto per l’osservazione di un cluster in un gruppo di uomini che fanno sesso con uomini. Ma non ci vedo la specificità che invece richiama l’Hiv, quindi ritengo giuste le proteste della comunità gay”.
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, anche dallo Spallanzani fanno sapere che “la trasmissione uomo-uomo caratterizza buona parte dei casi riscontrati. Non si può definire come una malattia a trasmissione sessuale e che riguarda in particolare gli omosessuali. Al momento sappiamo che riguarda i contatti stretti”.
Il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto ha invitato Matteo Bassetti a evitare allarmismi infondati. “Come ti creo uno stigma in sei piccole parole. Ci siamo già passati con Hiv/Aids che ha ucciso persone di ogni orientamento sessuale. Però non siamo più negli anni ’80 e la lezione dovremmo averla imparata. Professor Bassetti, per favore, se possibile evitiamo” ha scritto su Twitter Scalfarotto replicando alle parole del direttore della Clinica per le Malattie Infettive dell’Ospedale S. Martino di Genova che ieri aveva parlato di “cluster che abbiamo avuto soprattutto tra persone omosessuali”, riprendendo quando diffuso nel Regno Unito dalle autorità sanitarie.
L’Oms ha ricordato che il vaccino antivaiolo è efficace anche contro il Vaiolo delle scimmie: i più anziani sono dunque coperti ma non i più giovani dal momento che tale vaccinazione non è più praticata dai primi anni ’80. Un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) sono stati approvati per il Vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, ma, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili.
In generale, la malattia spesso si esaurisce con sintomi che si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline di saliva ed i contatti stretti con lesioni cutanee infette o con lo scambio di liquidi corporei come nei rapporti sessuali. I sintomi (tra cui febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee) possono essere lievi o gravi.
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