Nel Regno Unito per fare fronte alla quarta ondata di Covid-19 e al rischio di nuovi casi provocati dalla variante Omicron sequenziata in Sudafrica si è deciso di dare una forte accelerata sulla terza dose del vaccino anti-Covid.

Il Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (JCVI) ha infatti annunciato oggi la decisione di offrire a tutti gli adulti, compresa fascia di età che va dai 18 ai 39 anni (gli over 40 possono già beneficiare in Gran Bretagna di una dose di richiamo), la terza dose booster per contrastare la diffusione della nuova variante Omicron. Una terza iniezione che si potrà fare a distanza di soli tre mesi dalla seconda: in Italia, per fare un paragone, solo la scorsa settimana l’esecutivo Draghi ha scelto di portare a cinque i mesi di distanza tra seconda e terza dose.

Altra indicazione fornita dal JCVI riguarda i giovani di età compresa tra i 12 e i 15 anni: ai teenager infatti dovrebbe essere offerta una seconda dose del vaccino Pfizer/BioNTech, non prima di 12 settimane dopo la prima somministrazione

Quanto al pericolo derivante dalla variante ‘sudafricana’, il professor Wei Shen Lim, a capo del JCVI, ha spiegato che “ricevere una dose di richiamo aiuterà ad aumentare il nostro livello di protezione contro la variante Omicron”.

LE CRITICHE DI BASSETTI – Una scelta, quella britannica di anticipare a tre mesi la dose booster, criticata da Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Bisogna vedere su cosa basino il richiamo dai 3 mesi, io dati su una caduta drastica dopo quel tempo non ne ho visti. Eviterei di scimmiottare ciò che fanno gli inglesi: ragioniamo con la nostra testa e non rincorriamo gli altri”, spiega all’Agi Bassetti.

Il primario invita quindi alla calma anche sulla variante Omicron: “Abbiamo preso una decisione sempre un tantino esagerata. Quella di bloccare i voli. Siamo con il dito sempre sul grilletto. Io sono nemico di questo modo di agire, non c’è cosa peggiore di un ministro insicuro”.

DOVE SONO I CASI OMICRON IN EUROPA – Come riferito oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), sono 33 i casi confermati di variante Omicron segnalati da otto paesi dell’Unione Europea e dello Spazio economico europeo (Ue/See): Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo.

Sono stati segnalati anche numerosi casi probabili in tutta la regione, ma questi sono ancora in fase di indagine – scrive il centro con sede a Stoccolma -. Tutti i casi confermati hanno una storia di viaggi in paesi africani, alcuni dei quali hanno preso voli in coincidenza in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Tutti i casi per i quali sono disponibili informazioni sulla gravità erano asintomatici o lievi. Finora non sono stati segnalati casi gravi e nessun decesso tra questi casi”.

Sono stati inoltre segnalati casi in sette paesi e territori al di fuori dell’Ue/See (Australia, Botswana, Canada, Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Israele, Sudafrica, Regno Unito).

Redazione

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