Whirlpool: il 29 gennaio si riavvia il percorso con azienda e governo dopo la decisione della multinazionale di ritirare la procedura di cessione del sito di Napoli.

È doveroso ricordare che nel mese di maggio dello scorso anno l’azienda annuncia la dismissione delle produzioni di lavatrici nello stabilimento partenopeo, dopo che a ottobre del 2018 aveva sottoscritto con le organizzazioni sindacali e il governo stesso un piano industriale che ne prevedeva il mantenimento potenziandone i volumi. Il cambio di strategia annunciato otto mesi fa è per noi ancora oggi inaccettabile, poiché oltre a coinvolgere 400 lavoratori, diminuisce le produzioni nel nostro paese e il conseguente indebolimento della presenza della multinazionale americana nel territorio italiano, oggi composta complessivamente da cinque siti.

La decisione pertanto individuata e proposta dall’amministratore delegato di avviare un percorso di riconversione industriale, attraverso la procedura di cessione del sito, è sempre stata da noi considerata una soluzione non praticabile.

Avevamo pertanto accolto con favore la scelta compiuta dalla società di ritirare tale procedura, condizione che il governo, sia attraverso il premier Conte che l’attuale ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, avevano considerato necessaria per la ripresa delle trattative accogliendo la richiesta che come organizzazioni sindacali avevamo fatto.

Dobbiamo però constatare che il percorso proposto dal ministro e dal suo staff di incontri serrati tra le parti nei mesi di novembre e dicembre non si è verificato, e che anche l’incontro che ci apprestiamo a fare avviene per sollecitazione delle organizzazioni sindacali, con un ritardo di ormai due mesi e nessuna proposta concreta da parte del governo di risoluzione della vertenza.

Stante così la situazione l’incontro che ci apprestiamo a fare rischia di essere un punto zero nella discussione, ben sapendo che la posizione che coerentemente abbiamo sempre tenuto in tutto questo tempo è il riconoscimento di un accordo sottoscritto ormai più di un anno fa che prevedeva il mantenimento di tutti i siti e delle produzioni italiane.

Obiettivo che resta per noi indispensabile. Whirlpool rischia, o forse ne è già parte, di entrare nel calderone di tutte quelle vertenze presenti al Mise e per le quali a oggi non si sono individuate soluzioni che diano sicurezza ai lavoratori, e per la quale dobbiamo registrare che le dichiarazioni che il governo in tutti questi mesi ha fatto relativamente a questa vicenda, sicuramente mediaticamente appetibili, non hanno ad oggi trovato riscontro in azioni concrete.