Sarebbe bastato un graffio per contrarre la malattia dagli effetti definiti ‘spaventosi’. Solitamente i primi sintomi del virus herpes b compaiono dopo 3-7 giorni dal contagio e ricordano molto quelli del Covid-19 affaticamento, febbre e dolori muscolari. L’herpes B si stabilisce nel corpo umano grazie al contatto di fluidi infetti delle scimmie oppure di graffi e morsi da parte di questi esemplari.

L’altro caso nel 2021 a Pechino

Nel 2021 un veterinario era morto di herpes B a Pechino, dopo aver presentato sintomi come nausea e vomito. Secondo i medici, l’infezione è estremamente rara ma davvero fatale. Il virus simiae potrebbe rapidamente diffondersi in tutto il Paese con conseguenze potenzialmente disastrose.

Di cosa si tratta e quando è stato scoperto l’herpes b

Il ‘virus simiae’, noto anche come herpes B, è un agente patogeno che fa parte della famiglia degli Herpesviridae . È stato identificato per la prima volta nel 1932 e si trova principalmente nei macachi, ma per le scimmie si tratta di una malattia asintomatica, mentre una volta che viene trasmesso all’uomo può causare gravi danni all’organismo.

Le raccomandazioni agli italiani in vista delle vacanza estive

“E’ fondamentale cercare di evitare il più possibile il contatto diretto con le scimmie. Se si venisse morsi o graffiati da un animale infetto, non si può escludere il contagio”  Questo il monito lanciato da Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), a chi sta programmando, magari per le vacanze estive, viaggi verso mete più o meno esotiche.

“Anche negli Stati Uniti, ad esempio in Florida – ricorda all’Adnkronos Salute l’esperto, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili – è stata documentata l’esistenza di colonie di scimmie portatrici di questo patogeno, che sembra diffondersi fra gli animali”.

Redazione

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