L’opposizione unita ferma ancora una volta la volontà del governo. I ‘no’ della minoranza del Parlamento bloccano l’elezione del Prof. Avv. Francesco Saverio Marini a quindicesimo giudice della Corte Costituzionale, in una mattinata in cui le decisioni di non ritirare la scheda arrivano un po’ alla volta. Prima il PD, poi il M5S, seguono AVS, +Europa, Azione, Italia Viva.

È l’ottava fumata nera per l’ultimo posto disponibile nella Consulta, con il risultato più eclatante visto che nell’ultima votazione, dove era necessaria una maggioranza dei tre quinti (363 su 605), erano presenti e votanti 309, con 17 schede nulle, 6 voti dispersi, 286 schede bianche. E così, non volendo rischiare sui numeri quest’oggi la maggioranza ha scelto di non scrivere nulla.

L’attesa per il quindicesimo giudice

Un risultato atteso dall’11 dicembre 2023 e che tarda ancora ad arrivare. Stavolta la segretaria del PD parla di ‘forzatura della maggioranza davanti ad una cosa fondamentale per la garanzia delle istituzioni”. La destra, furiosa, parla di un blocco delle Istituzioni, ma ora dovrà sedersi al tavolo per cercare un accordo.

Corte Costituzionale, 3 giudici in scadenza, uno non eletto

La Corte Costituzionale resta quindi a quattordici giudici, cinque nominati dal Capo dello Stato (Marco d’Alberti, Antonella Sciarrone Alibrandi, Francesco Viganò, Emanuela Navarretta e Giovanni Pitruzzella), quattro – e non cinque – nominati dal Parlamento (Il Presidente Augusto Barbera, Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Luca Antonini, mentre resta vacante il posto di Silvana Sciarra che ha concluso il suo mandato l’11 novembre 2023), uno dalla Corte dei Conti (Angelo Buscema), uno dal Consiglio di Stato (Filippo Patroni Griffi).In Consulta il vento è freddo e l’opposizione forte. Il 12 dicembre scadrà anche il mandato di Barbera, Modugno e Prosperetti. Per il governo mani nei capelli.