Peace and love in Washington? Mica tanto

La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il capo del Consiglio dell’UE Charles Michel e l’Alto Rappresentante Josep Borrell si trovano insieme a Washington per il primo vertice UE-USA in oltre due anni, focalizzato sulla risoluzione delle tensioni commerciali rimaste tra i due alleati transatlantici. “Tutti insieme, ma non appassionatamente”: le tensioni maggiori si registrano infatti all’interno della delegazione bruxellese, visti i disaccordi aperti sulla posizione dell’UE riguardo al conflitto mediorientale.

Ah già, la Striscia di Gaza: il tema dazi è destinato ad essere oscurato dalla guerra tra Israele e Hamas e dal rischio di un conflitto regionale più ampio, poiché l’Iran minaccia di intensificare il combattimento e Hezbollah continua a lanciare razzi nel nord di Israele. Inoltre il vertice ha luogo appena 24 ore dopo il rientro di Joe Biden da Tel Aviv, dove ha assicurato il suo pieno sostegno al paese ospitante e ha annunciato un eccezionale piano di aiuti per Israele e l’Ucraina. Intanto le news degli ultimi minuti non sono incoraggianti: i negoziatori statunitensi ed europei incaricati di seguire il dossier si sono incontrati per tutta la giornata di giovedì, ma è improbabile che raggiungano un accordo sui dazi sull’acciaio e per attenuare l’impatto dell’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti sull’Europa. Come si dice da quelle parti… let’s see.

Visti europei di libera circolazione: digitalizzare per non falsificare

Questo mercoledì il Parlamento europeo ha ufficialmente approvato a Strasburgo gli accordi relativi alla digitalizzazione dei visti nello spazio Schengen. Questi regolamenti introdurranno la digitalizzazione delle domande di visto presentate dai cittadini di Paesi terzi per l’area Schengen e per gli Stati membri dell’UE che non fanno parte dello spazio di libera circolazione. Questo processo dovrebbe rendere le richieste di visto più efficienti dal punto di vista temporale ed economico. Inoltre aumenterà la sicurezza in quanto le richieste saranno firmate utilizzando crittografia, rendendole quindi più difficili da falsificare. E verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, visto lo scandalo che ha interessato il governo polacco, con migliaia di visti venduti illegalmente in cambio di tangenti per Varsavia. Magari il problema dell’Europa fosse Bruxelles…

Elezioni europee, tra fake news e intelligenza artificiale

Secondo uno studio recente dell’Agenzia europea per la cybersicurezza, ENISA, l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale aumenta il rischio di diffusione di fake news e di manipolazione delle informazioni da parte di attori malevoli. Questo avvertimento è stato emesso come parte del Threat Landscape 2023, in cui ENISA analizza annualmente le tendenze in evoluzione. In particolare c’è una preoccupazione per le possibili interferenze legate ai chatbot basati sull’intelligenza artificiale, come il famoso ChatGPT, e qualsiasi forma di manipolazione delle informazioni alimentata dall’IA. Nel frattempo i legislatori dell’Unione Europea stanno concludendo il regolamento denominato “AI Act“, che rappresenta la prima legge esaustiva a livello mondiale sull’uso dell’intelligenza artificiale. Il dibattito su come affrontare le sfide legate all’intelligenza artificiale generativa e alle deepfake è ancora aperto, e ci vorrà un’opera di sensibilizzazione culturale che una legge – per quanto ben scritta – non può certo sopperire. Una sfida Politica che spetta a noi riformisti affrontare.

Matteo Brizzi

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