La serie tv Workin Moms è da poco approdata su Netflix ma già sta spopolando. Debuttata originariamente nel 2017 sul canale CBC, il telefilm racconta una verità storica e concreta delle difficoltà di essere madri e donne. La maternità è sicuramente uno dei passi più belli ed importanti che una donna possa mai compiere nella sua vita, ma a prescindere dalla bellezza dell’esperienza molte mamme devono confrontarsi con le avversità che il loro ruolo di madri, donne e lavoratrici comporta. Workin Moms racconta la vita di Kate, interpretata dalla ideatrice e protagonista Catherine Reitman, una donna che deve rapportarsi con la riconciliazione di tutti i ruoli che una donna ha nella sua vita sottolineando le contraddizioni che incontra all’interno della società. Come dichiarato su Vox, la Reitman ha detto “di aver sviluppato Workin ‘Moms dopo avere avuto una crisi davanti ai suoi colleghi mentre girava un film a Philadelphia; i ragazzi erano per lo più attori di improvvisazione che la prendevano in giro per aver perso la sua prima festa della mamma. Questa trama è sfociata in quella della puntata pilota, in cui il suo personaggio, Kate, si sente in colpa perché non torna a casa in tempo per il bagno di suo figlio nel suo primo giorno di lavoro dopo il congedo di maternità.”

LA SERIE TV – Workin Moms nasce come commedia in cui vengono raccontati argomenti non soltanto legati alla maternità in quanto tale ma anche temi come l’amicizia, il lavoro e il rapporto di coppia. Anche la presenza di personaggi maschili che sbaragliano gli stereotipi rende la serie più vicina ai reali problemi cui le donne vanno incontro quando si trovano a dover conciliare i loro diritti e doveri di madri e donne. Come racconta la stessa Catherine “c’è una repressione nei confronti delle madri per cui ci si aspetta che lavorino a tempo pieno e facciano finta di non essere madri, e viceversa, che siano madri a tempo pieno, facendo finta di non lavorare” portandole quindi verso un sentimento di responsabilità misto a insicurezza derivato dallo smarrimento di non riuscire a fare tutto al meglio. Per riuscire ad abbattere questa sfiducia, la protagonista ha cercato di creare nel suo team un’opportunità per le donne: “Abbiamo assunto molte donne meno esperte e ti dirò che la scommessa è stata ripagata ogni volta.” Infatti il gruppo di lavoro alle spalle della serie è composto per il 70 % da donne, compresa la regista che è una giovane esordiente.

Il telefilm è una sorta di autobiografia in quanto nasce dalle esperienze personali della Reitman, la quale ha cercato di portare sullo schermo le vicissitudini che ogni donna si troverà prima o poi ad affrontare nella sua vita. Anche il produttore Philip Sternberg, suo marito nella vita reale e nella serie, ha abbracciato questa idea incoraggiandola non solo nella creazione di Workin Moms ma anche nella decisione di voler creare un team prevalentemente di donne. In particolare, Catherine ha voluto sottolineare l’importanza di dare fiducia a tutte le donne, soprattutto perché molto spesso capita che non abbiano ancora avuto la loro grande opportunità per svariati motivi, tra cui anche la difficoltà di conciliare vita privata e lavoro. Infatti, il focus principale si concentra su temi come le difficoltà relazionali, la depressione post partum, l’aborto e la competizione al lavoro. Ma soprattutto viene affrontata la questione del tempo che sembra non bastare mai. Attraverso questa serie, dunque, si può trovare non soltanto il riscontro con la realtà ma anche un conforto e uno stimolo per le donne che hanno la sensazione di non farcela e di non sentirsi mai all’altezza.