Sei Punte
I numeri che non tornano
“A Gaza 70mila morti”: quella di The Lancet non è una ricerca ma un manifesto politico

Ha fatto il prevedibile strepito lo “studio” di una rivista “medico-scientifica” britannica, The Lancet, secondo cui la quantità dei morti a Gaza ammonterebbe a 70mila perché le statistiche fornite dal Ministero della salute di Gaza (cioè Hamas), che riferisce numeri più bassi, sarebbero difettose del 41%.
In realtà anche quel numero – 70mila – è frutto di un forzato equilibrismo deduttivo, nel senso che le presunte rilevazioni di The Lancet si fermano al giugno del 2024, mentre alla cifra di 70 mila si perviene sulla base dell’assunto che la sottostima del ministero della Salute di Gaza sia proseguita tale e quale, con identico gradiente del 41%, nei mesi successivi.
Come dire che se oggi ti truffano per 14, ma denunci 10, è gioco forza che domani, quando denunci che ti hanno truffato per 20, in realtà hai subito una truffa per 28. Inutile precisare che i giornali e gli altri mezzi di comunicazione, pressoché tutti, si sono limitati a sparare quel numero – 70 mila – e buonanotte, naturalmente con buona guarnizione propagandistica circa il fatto che, signori miei, “lo dice la più prestigiosa rivista medico-scientifica del mondo”. La stessa che il luglio scorso pubblicava una lettera, poi smentita due volte, secondo cui sarebbe stato congruo prospettare un numero ancora maggior di morti, vale a dire 186mila. Con qualche buontempone, anche di casa nostra, solertissimo a rilanciare anche quel dato ulteriormente improbabile.
Ma non è neppure questo, non è neppure l’argomento di contabilità mortuaria ciò che segnala la scarsa credibilità di certe produzioni ammantate di ineccepibilità scientifica. Quello “studio” di The Lancet, con quei dati numerici confezionati pescando un po’ qui e un po’ là, compreso Instagram (non è uno scherzo: Instagram), è adibito ad agghindare un vero e proprio manifesto politico: in particolare quando, sulla scorta di quei pretesi accertamenti, reclama un intervento internazionale per contrastare “l’assalto militare israeliano a Gaza”. L’idea che la sofferenza della popolazione di Gaza possa essere l’effetto di una guerra scatenata da Hamas, che ha usato e usa la popolazione civile come guarnigione destinata al martirio, nonché le strutture civili come arsenali, bunker e postazioni di attacco, sfugge evidentemente alle ricognizioni umanitarie della rivista inglese.
Una nota di contorno, infine. Lo studio di The Lancet si compone di circa 5.500 parole: la parola “Hamas” eccedeva la quota di caratteri disponibili, evidentemente, e solo per questo non compare. Compare invece, una volta, la parola “ostaggi” (rapiti da chi, non si sa): è messa accanto, anzi contrapposta, a “migliaia di civili palestinesi imprigionati da Israele”.
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