L’interesse del dibattito pubblico sulla questione si era riacceso poche settimane fa, quando la Corte Suprema dello Stato, composta da giudici nominati dai repubblicani, ha dichiarato per 4-2 che la legge che vietava l’aborto nello stato dell’Arizona poteva ancora essere applicato.

Era stato il ribaltamento della decisione Roe v. Wade della Corte Suprema federale, avvenuta due anni fa a far prospettare l’ipotesi normativa datata 1864, entrata in vigore quando Abraham Lincoln era presidente, persino molto prima che le donne ottenessero il diritto di voto. Un’urgenza che ha obbligato la senatrice Anna Hernandez a portare il disegno di legge abrogativo all’attenzione del Senato, approvato poi con 16 voti favorevoli e 14 contrari, ottenendo il sostegno di tutti i senatori democratici e di due repubblicani che hanno rotto con il loro partito. Nonostante l’abrogazione, gli aborti in Arizona saranno regolamentati da una legge del 2022 che li vieta dopo le 15 settimane di gravidanza, senza eccezioni per stupro o incesto.

Il divieto ha ancora effetto

Ora, l’abrogazione non entrerà in vigore fino a 90 giorni dopo l’aggiornamento della legislatura estiva, il che significa che il divieto del 1864 potrebbe avere ancora temporanei effetti nell’Arizona. Il testo passerà alla governatrice democratica Katie Hobbs: la firma è prevista per oggi stesso, mentre il procuratore generale democratico dell’Arizona e Planned Parenthood Arizona hanno presentato un ricorso per impedirne l’attuazione in questi primi tre mesi.

Redazione

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