A questo punto della mia vita desidero ardentemente avere un gatto. Il desiderio di gattità ha sempre riposato nella mia anima, ma adesso è letteralmente esploso. Perché vedete, amici, il lavoro, la carriera, le vacanze, il sesso sono molto belli, ma non possono eguagliare un gattino che ogni sera ti aspetta a casa, ti fa le feste, la notte piange e vuole il latte. E poi cresce, cammina da solo, impara a miagolare. Dio mio, che emozione. Il solito vicino di casa impiccione mi ha detto: con quale diritto tu e la tua compagna, che non potete generare gatti, disponete del destino di un gattino indifeso che ancora non c’è e non può dire la sua?

Eh no, amico mio! Io lo faccio per amore. E l’amore, si sa, giustifica ogni cosa. E poi dove c’è famiglia c’è casa, chiedetelo alla Barilla. E poi è un mio diritto civile, chiedetelo a Macron. Non solo mio, peraltro. Anche la gatta che genererà il mio piccolo lo farà liberamente, perché sa che sarà adeguatamente ricompensata e potrà uscire dall’indigenza e dalla vita di strada. Purtroppo, da noi, le forze del femminismo gattista e i clerical-conservatori si oppongono a questa norma di civiltà, e vorrebbero ricacciarci in un Medioevo dove le gatte fanno dei gattini solo con gatti maschi di loro gradimento. Ma non finisce qui, la nostra battaglia di libertà. Qualcun altro, infatti, mi ha detto: ma perché non lo adottate? Ci sono tanti gatti abbandonati che vorrebbero una famiglia. Eh, ma allora siete così ottusi da non capire cos’è il sentimento: vogliamo un gatto nostro! Con i nostri geni (o meglio quelli di Spencer, il nostro amato gatto di casa), le nostre abitudini, il nostro vissuto. Per questo, siamo andati in un paese caraibico più avanzato del nostro, Portorico, e ci siamo messi al lavoro nella spiaggia privata del nostro hotel-resort a 5 stelle. Lavoro, poi… chiamiamolo piuttosto un viaggio d’amore.

Lì ci sono dei cataloghi dove si può scegliere anche razza, colore degli occhi e pelo del gattino. Come su Amazon, si usa un carrello dove caricare l’acquisto, in modo da selezionare la famiglia e la micia giusta. Dopo questo iter sul web, che ci ha molto emozionato, abbiamo incontrato una signora haitiana che possiede una gatta cubana di nome Sheila con gli occhi azzurri e disposta a portare avanti la gravidanza.

Cioè, non lo so se sia proprio disposta, ma io pago ben 8.500 euro, che al cambio di lì non sono niente male. Così, Sheila ha accolto il seme di Spencer e ora… mi vengono i brividi solo al pensiero! Unica cosa che mi agita è quando andremo in Portorico a prendere il gattino, togliendolo alla madre. Ma allora dirò, e intanto lo dico a voi, amici, che Sheila e la sua padrona saranno sempre parte della nostra famiglia. Per loro, un piatto di croccantini non mancherà mai. Beh, ora fatemi gli auguri.

Sergio Talamo

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