Sul palco dei Premi Oscar ci è passata anche la Russia, il Presidente Vladimir Putin, la guerra in Ucraina di conseguenza. A Los Angeles c’era anche Julija Navalnaja, la moglie di Alexey Navalny, il principale oppositore del Presidente russo che dal palco del Dolby Theatre ha indirizzato un messaggio alla platea. “Mio marito è in carcere solo perché ha difeso la libertà e la democrazia. Io sogno il giorno in cui lui sarà libero, sogno il giorno in cui sarà libero il mio Paese”, ha detto la donna. Uno schiaffo a Putin.

La 95esiuma edizione dei premi Oscar si è tenuta a Los Angeles. Navalny è stato premiato come miglior documentario, diretto da Daniel Roher, Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris. “Famiglia Navalny grazie per il vostro coraggio, il mondo è con voi”, ha detto uno dei registi ritirando il premio. “Dedico a te il mio premio, il mondo non si è dimenticato del tuo messaggio, non avere paura”. Daniel Roher, in un breve discorso ha dedicato “questo premio è dedicato all’Ucraina e tutti i prigionieri nel mondo, incarcerati per difendere la democrazia”. Dopo è stato il turno di Yulia Navalnaya.

Stai forte, ti amo”, ha detto la donna. Alexey Navalny sta scontando una condanna di undici anni e mezzo per frode e per aver violato la libertà condizionale, dopo processi politicamente motivati. Deve affrontare ancora anche altre accuse. Era stato avvelenato in un viaggio elettorale da Tomsk a Mosca nell’estate del 2020, solo un atterraggio d’emergenza e le cure in Germania gli avevano salvato la vita. A inizio gennaio i suoi collaboratori avevano lanciato un allarme per le condizioni di salute del dissidente.

“Stanno cercando di ucciderlo, è evidente. Questa volta lo stanno facendo molto molto lentamente”, ha affermato la sua portavoce, Kira Yarmish. Secondo quanto denunciato dal trasferimento alla colonia penale IK-6 di Melekhovo, Navalny era dimagrito ancora, di circa 3,5 chili ogni 10 giorni passati in cella di isolamento. I collaboratori denunciavano che era stato già messo in cella di isolamento (la Shizo), uno spazio di due metri e mezzo per tre, dieci volte. Pochi giorni prima dall’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il sito indipendente Meduza aveva pubblicato un programma politico in 15 punti per “fermare l’aggressione, porre fine alla guerra, ritirare tutte le truppe russe dal territorio dell’Ucraina” e “risarcire l’Ucraina per i danni causati”.

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