“Sì, noi possiamo cambiare”. È questo il motto della Jethro International, organizzazione con sede nell’Unione Europea, che punta a valorizzare e premiare quanti con il loro operato contribuiscono a cambiare il mondo. Ed è per questo motivo che la prestigiosa organizzazione ha deciso di premiare Pietro Ioia, garante dei detenuti del Comune di Napoli. Con le azioni e non a parole, Ioia quotidianamente contribuisce a cambiare il mondo. La sua è una lotta per i diritti di tutti, a partire da chi si trova ristretto in carcere.

L’associazione umanitaria conferisce al Garante dei detenuti la “Martin Luther King medal of Heart Chaplain” per il suo impegno in difesa dei diritti dei detenuti e delle loro famiglie e per la tutela delle persone private della libertà. Jethro riconosce il grande valore dell’impegno di Ioia per costruire “una società giusta, egualitaria e impegnata in principi etici”.

Pietro Ioia, “garante di strada” come più volte si è definito, è infatti instancabile nel suo impegno quotidiano per i detenuti. Tutti i giorni ascolta chi gli chiede aiuto e subito si mette all’opera per cercare di risolvere i numerosi problemi di tutta la popolazione carceraria e delle loro famiglie. È un vero e proprio punto di riferimento per tutti: non nega mai a nessuno il suo supporto. Il suo telefono squilla sempre, a tutte le ore del giorno, e Ioia, con passione e dedizione risponde a tutti. Lo fa per spirito di solidarietà verso chi vive il carcere, che in Italia è troppo spesso significa una situazione di grande difficoltà e disagio.

Lo fa con tutto il cuore e per volontariato perché crede fortemente nella tutela dei diritti per tutti. È un “vero rivoluzionario guidato da grandi sentimenti d’amore per il prossimo”. “Un premio che porta il nome di un grandissimo uomo, un grandissimo attivista, che si è battuto con tutto sé stesso per i diritti umani, mi sento piccolo (molto piccolo) a cospetto del grande Martin Luther King ma come lui anche io ho un sogno quello di poter avere una società senza più carceri, un sogno utopistico e difficile da realizzare ma sarei soddisfatto e appagato di poter avere delle carceri umane dove le persone che vi entrano ne escano migliorate e con una vita davanti”, ha scritto su Fabebook.

L’associazione Jethro International è presente in tutti i continenti del mondo. La sua missione è quella di riunire tutti i segmenti sociali attraverso un programma di formazione e condivisione di conoscenze socio-culturali e di intelligenza sociale e spirituale, valorizzato attraverso lo stimolo costante della sua rete di relazioni.

“È un onore ricevere un premio internazionale dedicato alla memoria di Martin Luther King, perché sono proprio le parole di questo grande uomo che ogni giorno mi guidano nella mia lotta non violenta contro le ingiustizie del carcere – ha continuato Ioia su Facebook – Ho sempre denunciato le violenze e le gravissime condizioni in cui si trovano i detenuti perché, come diceva King, ‘ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni’”.

“Dobbiamo continuare a coltivare il sogno di una società diversa, in cui la pena sia un’occasione di cambiamento e di ritorno ai valori costituzionali – continua il post di Ioia – Abbiamo bisogno dell’impegno e del coraggio di tutti perché, parafrasando le parole di King: ‘Io ho un sogno, che un giorno per le strade della nostra amata terra, i figli di coloro che un tempo furono vittime della ingiustizia e i figli di coloro che furono autori di quelle ingiustizie, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza’. È il senso dell’art. 2 della Costituzione, la solidarietà, ed è la speranza della nuova riforma del ministro Cartabia: la giustizia ripartiva, cioè la possibilità di immaginare un nuovo sistema di pene capace di rieducare senza violenza e di riparare le vittime nel loro bisogno di giustizia, perché la vendetta è un solo un nuovo calice di veleno”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.