Garanti della chiavicumma“. Sono solo alcune delle parole irriguardose pronunciate lo scorso 11 maggio 2020 dal consigliere regionale dei Verdi, nonché giornalista professionista, Francesco Emilio Borrelli nei confronti di Pietro Ioia, garante dei detenuti del comune di Napoli, e di Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti.

Offese pronunciate nel corso di una diretta Facebook contro chi, durante l’emergenza coronavirus, decideva di impegnarsi nella lotta a tutela dei diritti dei detenuti per evitare il contagio degli stessi. Parole che hanno portato Ioia, assistito dall’avvocato Raffaele Minieri, consigliere della Camera Penale di Napoli e membro della Direzione Nazionale Radicali Italiani, a presentare denuncia-querela presso la Procura di Napoli.

A distanza di otto mesi, e dopo l’iniziale richiesta di archiviazione avanzata dal pm Francesca De Renzis perché le espressioni adottate da Borrelli “non appaiono idonee a ledere la reputazione della persona offesa”, il Gip del Tribunale di Napoli, Roberto D’Auria, ha accolto l’opposizione dell’avvocato Minieri chiedendo al magistrato la formulazione dell’imputazione coatta nel giro di 10 giorni, ovvero la formulazione del capo di imputazione.

Borrelli dovrà quindi difendersi dall’accusa di diffamazione aggravata dal mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità dopo le frasi pronunciate nel corso della diretta Facebook in questione. Il consigliere regionale utilizzava infatti espressioni offensive e gravi: “Avete i vostri Garanti della chiavicumma”, “Per molti sono Garanti dei detenuti, per quello che hanno fatto, avendo difeso ad oltranza bugie, menzogne, anche infami nei confronti della polizia penitenziaria, con cui i Garanti della chiavicumma hanno fatto dossieraggio”, “Nessuna solidarietà ai Garanti della chiavicumma”, “Loro sono Garanti della chiavicumma perché vogliono avere vantaggi dalla chiavicumma a cui sono legati perché sono gente di chiavicumma”.

Lo stesso Borrelli inoltre invitava i garanti dei detenuti a “rigare dritto”, etichettandoli ancora una volta come “Garanti della chiavicumma”, in modo tale da potersi “godere i soldi”, invece, di “attorcigliarsi lo stomaco dietro la chiavucumma ed ai Garanti della chiavicumma”. Affermando poi che i “Garanti della chiavicumma” fossero collusi con le fake news dei carcerati, nonché solidali con le mogli dei detenuti che avevano fatto assembramenti durante il periodo emergenziale.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.