Indagini lampo 'grazie' al video sui social: due di loro hanno parentele all'interno del clan Di Lauro
Rider picchiato e rapinato, fermati quattro minori: la gang in azione con scooter rubato, pistola e coltello
Sono quattro, al momento, i giovani fermati per il pestaggio e la rapina dello scooter al rider 52enne Giovanni Lanciato, fatti avvenuti poco dopo l’una di notte del 2 gennaio scorso in via Calata Capodichino a Napoli.
Si tratta di quattro minorenni, i primi due entrambi classe 2004 ma non hanno ancora compiuto 17 anni, residenti a Secondigliano e con parentele di spicco all’interno del clan Di Lauro di Secondigliano, che devono rispondere di concorso in rapina e ricettazione dello scooter che guidava uno di loro.
Gli altri due sottoposti a fermo sono entrambi 17enni. Fermi eseguiti dagli agenti del commissariato di Secondigliano e dai Falchi della Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini. Altri due giovani sono in corso di identificazione.
Secondo quanto emerso dalla indagini condotte dalla polizia e coordinate dalla procura per i minorenni di Napoli, e nello specifico dal sostituto procuratore Nicola Ciccarelli, il gruppo (in totale sei persone) è entrato in azione in sella a due scooter, uno con la targa contraffatta, l’altro rubato nelle ore precedenti, armati di una pistola (senza tappo rosso, non è chiaro se scenica) e di un coltello.
La rapina, così come denunciato dallo stesso rider, è avvenuta poco dopo l’una di notte mentre Lanciato tornava da una consegna effettuata in via Janfolla a Miano. Il suo scooter, un Honda Sh 125 di colore bianco, è stato ritrovato lunedì mattina 4 gennaio nel rione dei Fiori a Secondigliano, zona considerata dagli investigatori fortino del clan Di Lauro.
Le indagini lampo, partite dopo la diffusione del video sui social avvenuta nella serata del 3 gennaio, hanno portato i poliziotti a stringere subito il cerchio nel giro di poche ore.
I primi due minori destinatari del decreto di fermo hanno entrambi confessato seppur raccontando versioni differenti. Il fermo è scattato perché gli inquirenti ritengono sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di fuga.
I quattro sono stati accompagnati al Centro di Prima Accoglienza dei Colli Aminei in attesa dell’udienza di convalida che avverrà nelle prossime ore.
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