Se l’arrivo del Covid ha sconvolto le vite di tutti, all’interno del carcere è stato un dramma nel dramma, ma ora il vaccino consentirà ai detenuti di rincontrare i propri cari. «Carcere è l’anagramma di cercare. Cercare per ricostruire, ritrovarsi, per seguire una strada tracciata anche dalla Costituzione – afferma il garante campano dei soggetti privati della libertà personale Samuele Ciambriello – Mai privare il detenuto del diritto a ricominciare. Mai privarlo del diritto alla salute, alla protezione del Covid. Paura e solitudine, mancanza di relazioni, di trattamento, di attività, di presenza di volontari in questo tempo di pandemia, hanno reso la pena ben più afflittiva rispetto a quella già normalmente sofferta».

Intanto la vaccinazione di agenti, personale e detenuti sta consentendo la ripresa di una vita che era ferma. La massiccia e responsabile adesione alla campagna di vaccinazione dei detenuti campani sta portando a una normalizzazione di attività e progetti di inclusione sociale. L’ultima relazione del garante riferisce di 3.799 detenuti vaccinati in Campania su una popolazione carceraria di 6. 554 persone. In questi mesi sono stati vaccinati anche i ristretti nelle carceri minorili di Airola e Nisida (28 vaccinati complessivamente) e nelle due Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Calvi Risorta e San Nicola Baronia (33 internati complessivamente). Nel carcere di Poggioreale, invece, sono stati 584 detenuti ad aver ricevuto il vaccino su un totale di 2125 reclusi, mentre a Secondigliano su popolazione di 1.166 ristretti, già 973 hanno ricevuto il siero anti-Covid.

Il carcere di Poggioreale è tra i più affollati della Regione: vi è ristretto il 35% della popolazione campana. Complice l’avanzamento del piano vaccinale e l’allentamento delle misure restrittive imposte dal Governo, il garante ha comunicato che sono ripresi i colloqui nelle carceri campane e a giorni ci saranno anche delle linee guida da parte del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per evitare che si ritorni alla “normalità” in modo disomogeneo. «A Poggioreale – sottolinea Ciambriello – dal primo giugno l’ingresso sarà garantito a un massimo di tre persone (comprensivo di minori) e l’esecuzione delle videochiamate sarà garantito esclusivamente ai detenuti in quarantena, ovvero risultati positivi al Covid, e laddove il familiare sia impossibilitato a spostarsi». Questo, però, non vuol dire abbassare la guardia e dare vita a un via libera. «Visti i casi ancora di contagio occorre continuare ad adottare misure di prevenzione e distanziamento fisico – afferma Ciambriello – mi auguro che anche familiari e parenti aderiscano alla campagna di vaccinazione. È un obbligo morale farlo».

Il garante torna poi sulla questione del sovraffollamento carcerario, un problema che affligge i penitenziari di tutto il Paese, senza eccezioni per quelli campani: a fronte di una capienza regolamentare di 6.156 persone, nelle quindici carceri della Regione si registrano 6.329 reclusi, di cui 2.349 in attesa di giudizio. «Bisogna superare il populismo sociale e penale – conclude Ciambriello – perché il sovraffollamento di tante carceri italiane e in primis di Poggioreale, rischia di essere una pena accessoria che offende il diritto e la dignità umana».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.