Il piano vaccinale per il mondo penitenziario finalmente c’è. Il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Antonio Fullone ha confermato che sono stati fissati i criteri di priorità e concordate le modalità organizzative per la somministrazione dei vaccini al personale che lavora all’interno delle strutture campane e ai detenuti.

C’è anche una previsione sui tempi che saranno necessari per avviare le vaccinazioni, ma la data è l’unico dettaglio su cui è difficile essere sicuri e su cui resta per il momento un velo di incertezza perché bisogna fare i conti con fattori esterni che riguardano tempistiche ed entità delle forniture. La riserva sulla data, quindi, dovrà scioglierla la Regione non appena saranno disponibili i vaccini e si sarà effettivamente pronti per partire con la somministrazione all’interno delle quindici carceri campane. La speranza e il progetto, tuttavia, sono orientati affinché la data di inizio sia molto vicina, questione anche di giorni se non ci saranno intoppi. «Tutto sta nella disponibilità dei vaccini – spiega il provveditore Fullone -L’intenzione è quella di compattare il più possibile l’intervento».

Si partirà, oltre che dalle categorie più fragili come già accade anche fuori dal carcere, con la vaccinazione degli agenti della polizia penitenziaria e del personale che lavora negli istituti di pena della Campania, perché spostandosi tra fuori e dentro il carcere sono potenzialmente più esposti al rischio di diventare vettori di contagi. In una fase immediatamente successiva – «ma l’idea sarebbe riuscire a partire in maniera contestuale», chiarisce Fullone –  si procederà alla vaccinazione dei detenuti. Per motivi di sicurezza e di organizzazione, i detenuti saranno vaccinati all’interno delle strutture penitenziarie e, laddove non vi siano presidi interni attrezzati per interventi di pronto soccorso sanitario, si procederà con il supporto di unità mobili. Per il personale, invece, le vaccinazioni saranno eseguite in strutture al di fuori di quelle penitenziarie. Nel complesso, si tratta di attuare un piano vaccinale su una popolazione di 11mila persone, ammesso che tutti ne facciano richiesta.

La decisione sul piano è arrivata ieri al termine di una riunione tecnica dell’Osservatorio regionale per la sanità penitenziaria a cui hanno partecipato il provveditore regionale, i dirigenti e i responsabili sanitari penitenziari, il garante campano dei detenuti e i rappresentanti del Dipartimento di giustizia minorile della Campania. Dunque, a un anno esatto dall’esplosione della pandemia, dal primo lockdown e dai primi casi di positività all’interno delle carceri si parla finalmente di vaccini anche per il mondo dietro le sbarre. Il bilancio di questo anno appena trascorso è stato drammatico come in tutto il Paese e in tutto il mondo.

Il Covid è entrato nelle carceri creando nuovi drammi e nuove tensioni. Non sempre, nei mesi scorsi, è stato facile gestire le emergenze, i casi di positività, gli isolamenti necessari perché, si sa, in carcere gli spazi sono minimi e il sovraffollamento è stato più che mai un problema. Oggi i dati sui contagi nelle strutture penitenziarie campane parlano di 22 detenuti positivi al Covid, di cui 8 a Poggioreale, 7 a Secondigliano, 6 a Carinola e 1 ad Avellino (si tratta di un cosiddetto nuovo giunto), e di 53 contagiati tra gli agenti di polizia penitenziaria, di cui sei in terapia intensiva e 22 provenienti dal carcere di Carinola dove si è registrato uno dei focolai più violenti, con tre agenti morti nelle scorse settimane.

Negli ultimi mesi i contagiati in Campania sono stati 1.644: 862 agenti, 724 detenuti, 58 operatori penitenziari. E dieci sono state le vittime della pandemia: cinque agenti, quattro detenuti e un dirigente medico. «Anche nella nostra Regione, realisticamente per la metà di marzo, partirà la campagna vaccinale per istituti penitenziari e luoghi di comunità – afferma il garante dei detenuti Samuele Ciambriello – La particolare condizione delle persone ristrette richiede una valutazione equa della vulnerabilità a cui sono esposte. E, dopo il vaccino contro il virus, servirà il vaccino contro l’indifferenza verso quelle misure alternative alla detenzione che alleggerirebbero notevolmente il pianeta carcere da ulteriori vittime di questa pandemia».

Avatar photo

Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).