Il Carcere Possibile è da tempo impegnato nella campagna volta a consentire la prioritaria vaccinazione dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria attraverso una attività di sensibilizzazione sia dell’opinione pubblica che delle istituzioni. Dopo aver inoltrato lettere di sollecito ai Ministeri competenti, si è provveduto, da ultimo, a inoltrare all’attenzione del presidente della Campania una lettera con la quale si chiedeva di provvedere nel più breve tempo possibile alla redazione del piano vaccinale per i detenuti, già adottato in tutte le regioni italiane a eccezione della Campania.

Il ritardo registrato sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema atteso che, da un lato, si assiste – come nel caso del reclusorio di Carinola – a un crescendo preoccupante sia del numero di contagi che di decessi (solo negli ultimi giorni, sono morti diversi operatori di polizia penitenziaria) e, dall’altro, non si intravede una via d’uscita dalla situazione di stallo in cui si trovano le carceri. Non si può sottacere, invero, che i penitenziari hanno una struttura fortemente assimilabile alle rsa e, pertanto, non solo è drammaticamente complesso rispettare le norme di prevenzione del contagio, ma soprattutto sarebbe impossibile arrestare la propagazione del virus qualora si creasse un focolaio all’interno delle strutture (oltre alla difficoltà ad approntare efficacemente le cure necessarie).

In secondo luogo, non si può confinare nell’angolo il principio di rieducazione della pena che oggi è totalmente obliterato. Sono allo stato sospese quasi tutte le attività trattamentali e con esse la vita e la speranza di tutti i reclusi, costretti a trascorrere l’intera giornata in celle piccolissime e quasi sempre fatiscenti. Ma, come tutti sappiamo, la reclusione non può prescindere dalle attività rieducative e inclusive, dal contatto con gli operatori sociali e con il mondo esterno attraverso la realizzazione di progetti a breve o a lungo termine che attengano tanto alla formazione culturale quanto a quella lavorativa dei soggetti reclusi.

Vi è, quindi, la necessità che si proceda quanto prima alla predisposizione e attuazione del piano vaccinale per detenuti e operatori di polizia penitenziaria affinché si scongiuri una eventuale strage sanitaria e, al contempo, si ripristini all’interno degli istituti penitenziari la legalità che passa necessariamente attraverso la riattivazione di tutte le attività finalizzate a rendere costituzionali le pene inflitte. La drammaticità della situazione emergenziale, ovviamente, disvela il cronico (e incivile) problema del sovraffollamento carcerario che impone una serie di ineludibili iniziative legislative ed organizzative.

L’immediato potenziamento di tutti gli organici del Tribunale di Sorveglianza e l’adozione di un provvedimento clemenziale di amnistia e indulto appaiono oggettivamente indifferibili, consentendo, peraltro, sia la riduzione della popolazione carceraria entro limiti ragionevoli e sostenibili sia un efficientamento del sistema processuale.

Pia D'Anzi, Gianpiero Pirolo

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