Non bastavano i ritardi nella campagna vaccinale in tutta Italia e la recrudescenza del Covid a Poggioreale, il carcere più grande e affollato d’Europa dove il numero di detenuti positivi è schizzato da zero a 18 in poche settimane. Ora il focolaio più allarmante è a Carinola dove 30 agenti della polizia penitenziaria sono malati e altri dieci in isolamento: numeri che impediscono persino l’organizzazione dei turni di guardia. A denunciarlo sono i sindacati in una lettera al governatore campano Vincenzo De Luca, al prefetto casertano Raffaele Ruberto e al provveditore regionale Antonio Fullone.

Nel documento le sigle segnalano «l’aumento quotidiano e vertiginoso del contagio» nel carcere casertano che sembra «pericolosamente sguarnito». Basti pensare che pochi giorni fa, durante un turno pomeridiano, in servizio risultavano due agenti a fronte dei 13 previsti, numero già inferiore alla soglia minima di sicurezza. A tutto ciò si aggiungono le preoccupazioni legate alla morte di Antonio Maiello, agente in servizio proprio a Carinola, e a quella di Adriano Cirella, sovrintendente della penitenziaria a Poggioreale. «La pandemia richiede un contenimento immediato e incisivo teso a salvaguardare la salute di quanti servono lo Stato e la sicurezza stessa dei penitenziari – scrivono i sindacati – A Carinola la carenza di personale dovuta ai numerosi contagi sta causando enormi problemi organizzativi e gestionali con ripercussioni negative su sicurezza interna e ordine pubblico. I provvedimenti adottati dall’amministrazione penitenziaria sono risultati inefficaci».

Non se la passano meglio i detenuti nel carcere in provincia di Caserta: attualmente sono dieci i positivi, mentre l’unico che versava in condizioni più gravi e che per questo era stato ricoverato al Cotugno ha ottenuto la possibilità di curarsi a casa. Ciò, tuttavia, non fa venire meno l’allarme legato alla terza ondata di contagi nelle prigioni campane. In poche settimane, a Poggioreale, il numero dei positivi è salito da zero a 18 per poi scendere a 16; a questi si aggiungono un detenuto malato a Secondigliano, uno a Salerno e dieci di Carinola. Senza dimenticare i 57 infetti registrati tra gli agenti della polizia penitenziaria.

Il piano vaccinale varato dal governo Conte aveva riconosciuto ai detenuti priorità nella somministrazione del farmaco anti-Covid alla luce del vergognoso sovraffollamento che da anni caratterizza i penitenziari italiani, primi fra tutti quelli della Campania dove si contano circa 350 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare degli istituti. Insomma, in cella è impossibile mantenere il distanziamento sociale e spesso le condizioni igieniche sono talmente compromesse da favorire l’insorgenza di malattie. Associazioni come Nessuno tocchi Caino e le Camere penali italiane, senza dimenticare i garanti dei detenuti, hanno sottolineato la necessità di immunizzare la popolazione carceraria prima che il Covid faccia una strage.

Ciononostante, nei penitenziari non è stato somministrato ancora un vaccino. «Vogliamo sapere – attacca il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello – quali provvedimenti saranno adottati per vaccinare il personale della polizia penitenziaria e i reclusi nelle carceri della Campania: troppi chiudono gli occhi davanti alle condizioni dei penitenziari, eppure lì si rischia la tragedia».