Il Covid in carcere spaventa moltissimo: luoghi chiusi e sovraffollati dove il contagio trova terreno fertile, dove il trasporto in ospedale è un’operazione complicata che comporta l’allontanamento di agenti e quindi un minor numero di personale. Per scongiurare il peggio l’arrivo dei vaccini è invocato e atteso da tanti. In attesa che la campagna vaccinale possa partire, l’ASL Napoli 1 Centro ha deciso di correre ai ripari e organizzare un intenso ed efficace programma di screening.

Da novembre a oggi nelle carceri di Secondigliano e Poggioreale sono stati effettuati 6.600 tamponi e nel carcere minorile di Nisida circa 300. Ciro Verdoliva, direttore Generale dell’Asl Napoli1 Centro, ha fortemente voluto intensificare quest’attività di screening e allargarla a tutta la popolazione che presta la propria attività a l’interno del carcere a tutela della salute dei detenuti. Così è stato predisposto un camper all’esterno del carcere di Secondigliano per poter garantire i tamponi anche agli agenti penitenziari e al personale amministrativo. La stessa attività è prevista anche per gli altri due penitenziari nei prossimi giorni.

“Per noi lo screening su tutta la popolazione che gravita intorno alle carceri è importantissimo perché così siamo in grado di capire come il virus si muove e come arginarlo per tempo”, ha spiegato Lorenzo Acampora, Direttore dell’Unità Operativa Complessa a Tutela della Salute negli Istituti penitenziari dell’Asl Napoli 1 Centro. Se tra il personale qualcuno risulta positivo, viene esentato dal servizio; se ci sono casi di contagio tra i detenuti, vengono subito isolati in sezioni apposite. “Facendo attenzione a come si muove il virus in carcere siamo riusciti con successo a limitare i contagi – spiega Acampora – Un successo se si considera la popolosità di questa carceri”.

Così a Poggioreale dove attualmente ci sono 2.074 detenuti (circa 500 in più di quanti ne potrebbe contenere), da novembre a oggi sono stati effettuati circa 5.000 tamponi e su questi sono stati trovati solo 8 positivi. Stesso numero anche a Secondigliano su 1.207 persone. “Qui siamo riusciti a sedare l’incalzare del virus, dopo il picco di 80 positivi – continua Acampora – Durante quel periodo perse la vita anche il responsabile sanitario del carcere, Raffaele De Iasio, dopo aver contratto il Covid”. La situazione è sotto controllo anche a Nisida dove attualmente sono detenuti 40 minori, tutti negativi ai tamponi dopo 2 casi di qualche settimana fa.

“I detenuti chiedono a gran voce i tamponi – spiega Acampora – perché così si sentono più al sicuro e sono molto felici di farseli fare. Anche da parte del personale carcerario c’è stata una grande adesione. Tenendo sotto controllo e tracciando con precisione i contagi siamo riusciti a mantenere una percentuale bassissima di contagi, di gran lunga inferiori rispetto alla media cittadina”.

Il modus operandi dell’Asl Napoli 1 Centro è encomiabile e ha portato buoni risultati sia per gli agenti sia per i detenuti. Lo stesso impegno non avviene però in altre carceri dove aumentano i numeri del contagio. Il bollettino del Garante regionale dei detenuti della Campania è drammatico: ci sono attualmente 22 contagiati di cui 8 a Poggioreale, 7 a Secondigliano, 6 a Carinola e 1 ad Avellino. Sono invece 53 i contagiati tra gli agenti di polizia penitenziaria di cui 6 in terapia intensiva. Negli ultimi mesi in Campania i contagiati sono stati 1644: 862 agenti, 724 detenuti, 58 operatori penitenziari. Tra di loro, ci sono stati 10 morti: 5 agenti, 4 detenuti e 1 medico.

“La ASL Napoli 1 centro, nella persona del direttore generale ha fortemente voluto che presso il penitenziario di Secondigliano, Pasquale Mandato, venisse effettuato uno screening rivolto a tutta la popolazione che presta la propria attività a l’interno del carcere a tutela della salute dei detenuti. In attesa del arrivo dei vaccini come più volte a ribadito il ministro della giustizia, e come noi garanti regionali, comunale e provinciale ci aspettiamo che le altre province della Campania facciano lo stesso, e dove purtroppo si sono registrati molti positivi tra gli agenti e il personale penitenziario, e che al più presto prendessero esempio della ASL napoletana”, ha detto Pietro Ioia, Garante dei detenuti della città di Napoli.

Durante la riunione tecnica di oggi dell’Osservatorio Regionale per la Sanità Penitenziaria, a cui hanno partecipato come di consueto i dirigenti e i responsabili sanitari penitenziari, il Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, il Garante campano dei detenuti e i rappresentanti del Dipartimento di giustizia minorile della Campania, è stato stilato un documento tecnico e operativo condiviso per l’avvio della campagna vaccinale che riguarderà agenti, personale penitenziario e detenuti che ne facciano richiesta.

Tale documento, dal titolo “Indicazioni per la programmazione della vaccinazione anti-covid 19 in ambito penitenziari”, impegnerà gli organi regionali ad adottare tutte le misure necessarie e gli opportuni provvedimenti di competenza. “Arrivano purtroppo pochi vaccini nella nostra regione, con un conseguente arretrato anche per gli ultraottantenni e le categorie successive alla fase 1 del piano nazionale delle vaccinazioni – ha detto il garante regionale Samuele Ciambriello Credo che anche nella nostra Regione, per la metà di marzo, realisticamente, per i setting a rischio quali istituti penitenziari e luoghi di comunità partirà la campagna vaccinale”.

“La particolare condizione a cui sono sottoposte le persone ristrette richiede una valutazione equa della vulnerabilità a cui sono esposte – ha continuato Ciambriello –  Non solo l’accesso prioritario al vaccino da parte del personale penitenziario e ai ristretti, ma anche il vaccino contro l’indifferenza verso quelle misure alternative alla detenzione che alleggerirebbero notevolmente il pianeta carcere da ulteriori vittime di tale pandemia”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.