Sovraffollamento, carenza di personale, diritto alla salute calpestato e tentativi di suicidio in costante aumento: è un quadro a tinte fosche quello che emerge dalla relazione annuale stilata da Pietro Ioia, garante napoletano dei diritti dei soggetti privati della libertà personale, sulle condizioni delle carceri cittadine.

Il sovraffollamento è una piaga che affligge il nostro territorio da decenni: nelle carceri regionali sono ristretti 6.403 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 6.052, il tasso di affollamento oscilla da anni tra il 119 e il 120% e, per numero complessivo di detenuti, la Campania è seconda solo alla Lombardia. In questo contesto spicca Poggioreale che, alla fine del 2020, accoglieva 1.991 reclusi, di cui 286 stranieri, a fronte dei 1.571 posti disponibili. Meno gravosa, ma comunque complessa, la situazione nel carcere di Secondigliano, in cui i 1.037 posti a disposizione sono occupati da 1.249 persone di cui 81 straniere. Tornando a Poggioreale, tra i penitenziari più grandi ma anche più affollati in Italia, è il numero dei detenuti in attesa di giudizio: il report presentato da Ioia parla di 997 imputati, dunque non ancora condannati in via definitiva, 992 condannati e due internati.

Il sovraffollamento non è l’unica criticità. Pesa, infatti, la mancanza di personale: gli agenti di polizia penitenziaria presenti a Poggioreale sono 775 contro i 911 previsti in pianta organica, 13 gli educatori a fronte dei 22 necessari e 57 i titolari di incarichi amministrativi anziché 68. A questo si aggiungono le carenze strutturali: molte celle ospitano fino a 12 detenuti, in alcune mancano la doccia e l’acqua calda. Non è un caso, dunque, che nel 2020 otto detenuti si siano tolti la vita nelle carceri campane, due dei quali a Poggioreale e uno a Secondigliano; in totale, però, le persone che hanno tentato di togliersi la vita sono state addirittura 47, ci cui 33 a Poggioreale e 14 a Secondigliano. Durante i primi 13 mesi del suo mandato, che terminerà nel 2024, il garante Ioia ha incontrato più volte i detenuti che hanno tentato il suicidio e ora, insieme con le istituzioni del mondo carcerario, sta tentando di mettere nero su bianco un piano per ridurre il rischio di suicidi dietro le sbarre.

Tra i principali nodi da sciogliere resta il diritto alla salute, ancor più compromesso con il sopraggiungere della pandemia: in carcere gli spazi sono stretti, rispettare il distanziamento è pressoché impossibile e i contatti con gli agenti della polizia penitenziaria (che entrano ed escono continuamente dagli istituti) espongono i detenuti al contagio. «Durante i colloqui – racconta Ioia – i reclusi parlano spesso dei loro problemi di salute e delle difficoltà nel richiedere un intervento sanitario. Bisogna agire subito sulla mancanza di assistenza sanitaria dietro le sbarre perché molti detenuti sono malati e aspettano mesi e mesi prima di poter fare una visita in ospedale». Non solo: molto spesso i familiari dei detenuti non sono  nemmeno a conoscenza delle loro condizioni di salute e anche questo, come sottolinea Ioia, «è inaccettabile perché il diritto alla salute e quello a mantenere relazioni con i parenti sono fondamentali e meritano un’adeguata tutela».

E in tutto questo la politica che fa? Niente. Il tema della detenzione  non figura nell’agenda della stragrande maggioranza di parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali. A sottolinearlo è lo stesso Ioia: «Sulle carceri la politica è cinica e pavida. Eppure sono tanti i casi di persone finite in cella da innocenti e successivamente risarcite per questo, senza dimenticare il numero esorbitante di detenuti poveri che non possono permettersi un avvocato e la lentezza con cui il Tribunale di Sorveglianza risponde alle domande di giustizia: i politici dovrebbero assumersi la responsabilità di tutto ciò perché chi entra in carcere oggi ne esce più criminale di prima».

Avatar photo

Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.