Esce dal carcere di San Vittore a Milano Alberto Genovese. Il gip di Milano Tommaso Perna ha accolto l’istanza degli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, legali del 43enne in custodia cautelare in carcere dallo scorso 7 novembre. Concessi dunque i domiciliari dopo quasi nove mesi. Arresti che l’imprenditore del web passerà in una clinica privata specializzata nella diagnosi e nella cura dei disturbi psichiatrici e delle dipendenze. Quello di Genovese è stato un caso molto discusso e raccontato mediaticamente, spesso con troppa retorica e senza troppo rispetto né per l’indagato né per le ragazze che lo hanno denunciato per violenza sessuale – che hanno lamentato di essere state definite “escort”.

L’imprenditore nato a Napoli è stato accusato di violenza sessuale aggravata, anche di gruppo, lesioni personali e detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Due i presunti episodi denunciati: quello ai danni di una ragazza di 23 anni, a Ibiza, nel luglio 2020, per il quale è indagata anche l’ex fidanzata dell’epoca dell’imprenditore; e quello nel suo attico in centro a Milano nei confronti di una 18enne lo scorso ottobre.

Succulenta, in termini mediatici, la vicenda. Genovese, imprenditore di successo e fondatore di diverse start up digitali, trapiantato a Milano da anni, è stato soprannominato in maniera più o meno grottesca come “mister startup”, “mago delle startup”, “genio del business web”, “vulcano di idee”. E ancora più succulenti il jet privato, la “Milano bene” e la “Milano da bere”, le droghe, la terrazza detta “Terrazza Sentimento” a due passi da Piazza Duomo. Genovese ha fondato Facile.it ma dal 2014 “non ha alcun ruolo operativo” e non ha nulla a che fare con l’azienda, come ha riportato la società in una nota. Sono risultate invece inattendibili le dichiarazioni di Ylenia Demeo e Martina Faccini, una modella e una studentessa che nel salotto della trasmissione Non è l’Arena di Massimo Giletti su La7 avevano deciso di raccontare i presunti abusi. Terrificanti i racconti e le ricostruzioni delle ragazze che hanno denunciato i presunti stupri che sarebbero stati consumati dopo essere state rese incoscienti con mix di cocaina, ketamina e mdma.

“Ci ha passato qualcosa che solo io ho preso volontariamente – ha raccontato a Il Corriere della Sera la 18enne che ha denunciato la violenza – La mia amica ha detto che dopo mi comportavo in modo molto strano. Era intorno alle 22, credo. Poi ho perso la memoria”. La ragazza non ricordava come arriva in camera da letto. “Non so come ci sono entrata. Ero sveglia, ma completamente andata. Non ricordo niente, mi sono svegliata sul letto. Credevo di aver avuto un incubo. Ricordo di avergli detto: ‘Ma dove siamo andati ieri sera?’. Solo dopo l’arresto ho saputo quello che era accaduto. Ho solo alcuni flash di quello che è accaduto. Avevo la sensazione che fosse successo qualcosa, ma era tutto talmente assurdo che ho pensato che fosse impossibile. Poi hanno cominciato a sovrapporsi i ricordi, i dolori, le manette, lui che si comportava in modo violento e voleva ancora costringermi ad assumere droga. ‘Pippa’, diceva. Ho capito che ero in pericolo di morte e ho mandato messaggi alla mia amica con il telefonino”.

Il Tribunale del Riesame aveva accolto il ricorso della Procura su un sequestro per reati fiscali, bocciato dal gip, di 4,3 milioni di euro a carico di Genovese. Sul punto si pronuncerà la Cassazione. Sarà depositata intanto nelle prossime settimane la relazione di un perito, nominato dal gip su istanza della difesa, che sta analizzando gli audio delle telecamere interne di “Terrazza Sentimento”. I legali dell’imprenditore hanno chiesto di verificare se al party di ottobre 2020 durante il quale si sarebbe consumata la violenza la ragazza abbia espresso un consenso. La Procura nelle prossime settimane dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio e non è escluso che l’imprenditore scelga il rito abbreviato – che gli consentirebbe uno sconto di un terzo sulla pena e un processo a porte chiuse. Il gip di Milano Tommaso Perna lo scorso febbraio aveva respinto l’istanza di scarcerazione e di domiciliari in una clinica per disintossicarsi presentata dalla difesa, in quanto non erano emerse patologie dell’indagato, né problemi legati agli stupefacenti. Genovese sarà scarcerato e fornito di braccialetto elettrico per scongiurare il rischio di fuga.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.