Il sindaco di San Salvatore Monferrato si dice preoccupato. Un nuovo focolaio di coronavirus è esploso nella Rsa Madonna del Pozzo del comune nell’alessandrino. “La situazione è in evoluzione e, rispetto a ieri, si starebbe aggravando”, ha detto all’Ansa il primo cittadino Enrico Beccaria. Il sindaco ha chiesto di non abbassare la guardia e di rispettare le misure di sicurezza in quanto “la situazione non è affatto isolata”. “Non so che cosa possa essere accaduto – ha aggiunto Beccaria – Voglio solo sperare che il contagio non interessi la popolazione, sarebbe un disastro…”.

Sono 13 i positivi al tampone, tre in più rispetto alla segnalazione di ieri. Undici sono ospito della struttura e due sono operatori sanitari. Tre quelli in gravi condizioni e che presentavano sintomi gravi. Sono stati trasferiti all’ospedale di Casale Monferrato, nel reparto di Malattie Infettive che dall’Asl era stato individuato come unica struttura in provincia per accogliere malati di questo tipo. Il resto degli ospiti, asintomatici o paucisintomatici, sono stati trasferiti alla clinica Salus di via Trotti ad Alessandria per salvaguardare gli ospiti negativi. In tutto la struttura di San Salvatore accoglie 60 ospiti.

Stiamo attendendo l’esito dei tamponi a cui sono stati sottoposti gli operatori socio sanitari“, ha spiegato il sindaco precisando che la struttura “non è comunale, ma fa riferimento alla Opera Diocesana Assistenza“. Il centro era chiuso alle visite dallo scorso 23 febbraio. Il focolaio si è manifestato nella Rsa qualche giorno dopo che un ospite era stato trasportato all’ospedale di Alessandria per esami. Al rientro ai primi di giugno il risultato era negativo. Dopo qualche giorno, con la comparsa di qualche sintomo, il tampone era stato condotto ancora una volta risultando positivo. Ricoverato di nuovo ad Alessandria, è mancato nel giro di poche ore.

Alessia Morbello, direttrice della struttura, ha dichiarato a La Stampa che “la situazione è in via di accertamenti. La presenza di medici e della direzione dell’Oda sono la testimonianza che siamo sempre dalla parte degli ospiti, ma non vogliamo creare allarmismo tra i familiari dei ricoverati”.

Redazione

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