Era la sera del primo maggio 2022 quando Alice Scagni, 34 anni, sotto casa sua a Genova, nel quartiere residenziale Quinto, veniva brutalmente colpita da 19 coltellate. A impugnare il coltello era suo fratello Alberto, 45 anni. Una vicenda drammatica che ha segnato per sempre la vita di Antonella Zarri e Graziano Scagni, i genitori di Alice e Alberto che in quel preciso istante perdevano due figli. E che invano chiedevano aiuto, inascoltati, come ha raccontato la mamma in una lettera piena di dolore pubblicata da Repubblica, sottolineando la terribile sensazione di essere stati lasciati soli dallo Stato.

“Dobbiamo arrenderci? Oggi è il primo Maggio. Credo che molti sappiano a Genova cosa è accaduto esattamente un anno fa – scrive mamma Antonella nella lettera – In queste ore Alberto Scagni, in piena crisi psicotica, minacciava di morte suo padre. Graziano, impotente e spaventatissimo, registrava le seconda chiamata. La voce di nostro figlio non mentiva sulla follia che lo stava travolgendo. Dopo aver minacciato suo padre, Alberto aveva chiesto di sua sorella. Abbiamo tentato di trasmettere i suoni agghiaccianti di quella voce alla Polizia. Ma era, come oggi, il 1 Maggio, la festa dei lavoratori. Abbiamo tentato di denunciare nostro figlio ma siamo stati lasciati soli. Non sono intervenuti e ci hanno rimandato al lunedì successivo“.

Sul caso sono stati aperti due filoni di indagine: il primo relativo all’omicidio di Alice che ha portato Alberto in carcere appena 24 ore dopo il delitto, il secondo sulle eventuali omissioni e il presunto mancato intervento da parte delle forze dell’ordine come denunciato dai due genitori. I due avrebbero infatti denunciato in più occasioni le drammatiche condizioni psichiche del figlio. Mamma Antonella racconta anche che sarebbe andata in carcere a trovare il figlio che è anche l’assassino della figlia ma che lui avrebbe rifiutato di incontrarla.

“Ma per la Procura Alberto Scagni non è matto perchè è l’unico responsabile di tutto quanto è accaduto – scrive ancora mamma Antonella – Così è più semplice. Non è gravemente infermo di mente. Ha torto il Perito del Giudice e ragione il consulente del PM che ha stabilito, ancor prima di ogni perizia, che Alberto Scagni è un simulatore ed un callido assassino… Tutta la colpa sarà di noi semplici cittadini mentre alcuna responsabilità avranno gli inerti rappresentanti dello Stato. Quando lo Stato fallisce la colpa è sempre dei cittadini. Oggi Alberto è esattamente come il primo maggio scorso. Nessuno lo cura perchè non deve essere malato. Non ha più nemmeno un avvocato…”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.