Nella psicosi collettiva che ha colpito ieri sera il Nord Italia, con centinaia di persone che hanno raggiunto la stazione centrale di Milano per prendere il primo treno e fare ritorno nel Mezzogiorno, c’è chi mantiene la lucidità.

‘Il Riformista’ ha raccolto infatti l’appello di Luigi, napoletano di 37 anni residente nel capoluogo lombardo, che non si è fatto prendere dal panico dopo la pubblicazione della bozza del decreto, poi firmato e pubblicato nella notte dal governo Conte, che istituisce misure stringenti per fronteggiare il Coronavirus in tutta la Lombardia e in 14 province tra Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Marche.

Sono un uomo napoletano di 37 anni. Vivo a Milano con mia moglie dal 2014. Per necessità, certo. Ma anche per scelta, non devo e non posso nasconderlo. Chiedo a tutti i miei contatti che sono più o meno nelle mie stesse condizioni di fare come me e restare in questi giorni a Milano”, spiega Luigi.

Evitando tutti gli strascichi polemici, ritengo sia un atto di responsabilità – continua il suo appello – Io non so se ho il CoronaVirus, ma so che alla mia età e con le mie condizioni di salute, se dovessi contrarlo potrei combatterlo. E so che se ormai ce l’ho, non voglio rischiare di contagiare mia madre o i miei suoceri, da cui inevitabilmente andrei se decidessi di tornare a Napoli. E so anche che non vorrei gravare ulteriormente su una sanità che, seppur resistente e forte, non ha di certo bisogno di ulteriori pesi”,

Infine l’appello finale: “Fermiamoci e pensiamo, prima di farci prendere dal panico. È un atto di responsabilità”.

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