Davanti al Presidente sono ancora tante le incognite anche solo per comporre un puzzle di possibili percorsi. Se cadesse il governo, molto dipenderebbe da cosa potrebbero dire i partiti alle consultazioni: nessuno scenario è precluso, anche se l’idea di un cambio di premier in corsa parrebbe azzardata non la si può escludere a priori, e politicamente le maggioranze possibili sono state già sperimentate ma i partiti potrebbero forzare la mano e dar vita a una nuova geografia.

Di certo c’è che superato il referendum, in caso di vittoria del sì, si dovrebbero aspettare quindici giorni per la promulgazione della nuova norma costituzionale in Gazzetta ufficiale e poi 60 giorni per ridisegnare i collegi e non sarebbe dunque istituzionalmente possibile sciogliere le Camere prima di metà-fine giugno. Da calendario, questo porterebbe a votare in pieno agosto, evento mai verificatosi finora e contrario alla prassi “balneare”, per cui la vita politica è sospesa fino a settembre. Senza contare che c’è davanti un giro di nomine importantissime: oltre 400, tra cui Eni, Enel, Mps, Poste, Terna, Leonardo e tutti i vertici Rai. Non poca cosa, in periodo di sede vacante.

In questo contesto, il centrodestra sembra preludere a qualche sorpresa. È Salvini a parlare, in serata, di un centrodestra allargato pronto a includere. «Noi ci stiamo preparando per arrivare pronti al governo, con un centrodestra forte, allargato e inclusivo, con sindaci, governatori, e cittadini che vogliono farsi avanti», dichiara sornione. Le crisi che scoppiano a San Valentino, per quanto dolorose, preludono sempre a nuovi amori.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.