E’ di almeno 137 morti e oltre 180 feriti il bilancio dell’attentato terroristico nella sala da concerto Crocus City Hall a Krasnogorsk, alle porte di Mosca, avvenuto venerdì 22 marzo. Quarantotto ore dopo la strage rivendicata dall’Isis K, attivo in Pakistan, Afghanistan e Iran, la Russia di Vladimir Putin si lecca le ferite e prova a coinvolgere, con fake news e video creati con l’intelligenza artificiale, l’Ucraina, la cui ambasciata sarebbe “responsabile” di aver reclutato gli attentatori in Tagikistan.

Sono 11 i presunti terroristi fermati, tra cui i quattro (presunti) autori materiali della strage, quest’ultimi processati e ristretti in carcere: sono stati messi in custodia cautelare fino al 22 maggio e rischiano l’ergastolo. Tre di loro avrebbero confessato dopo ore di torture e sevizie (dunque va capito se l’hanno fatto per interrompere la loro sofferenza). Uno ha ammesso di aver agito per 5 mila euro dopo essere stato reclutato su Telegram e aver ricevuto l’ordine di ammazzare più gente possibile. Molti sono originari del Tagikistan. I quattro sospettati principali – così come diffuso dalla Tass, l’agenzia di stampa russa – si chiamano Dalerjon Mirzoyev, Saidakrami Rachabalizoda, Shamsidin Fariduni e Muhammadsobir Fayzov.

Sospettati confessano dopo torture brutali

Tre di loro sono arrivati in tribunale in condizioni dopo le vessazioni subite durante l’interrogatorio, il quarto invece è apparso in un letto d’ospedale con l’interprete vicino durante un videocollegamento. Tornando ai primi tre, uno di loro era ristretto su una sedia a rotelle con il corpo ricoperto da bende. Un altro aveva il volto tumefatto. Un altro ancora una medicazione all’orecchio dopo che, così come emerso in un video, uno dei militari russi gli ha staccato l’orecchio col coltello per poi ficcarglielo in bocca. In un altro video uno degli uomini viene torturato con scariche elettriche ai testicoli.

Uno di loro spiega, in sede di interrogatorio, di aver gettato le armi utilizzati durante la fuga in auto verso il confine ucraino, confermando così la tesi propagandistica avanzata da Putin. Come è possibile però che i terroristi avessero una finestra libera al confine tra Russia e Ucraina nel bel mezzo di un territorio di guerra? Si tratterebbe, se fosse vero (ma difficilmente risulterà tale) di un’altra falla nei sistemi di sicurezza russi.

Il video con le bodycam e i dubbi da sciogliere

L’Isis-K ha agito da solo secondo gli Stati Uniti che due settimane fa avevano lanciato l’allarme. In un video diffuso sabato sera dai terroristi islamici, si vedono i filmati terrificanti attraverso le bodycam degli attentatori che si accaniscono su persone ferite o già morte, gridando il nome di Allah.

A quasi 72 ore dall’attentato restano tuttavia numerosi gli aspetti da chiarire della strage. Perché le forze dell’ordine sono arrivate dopo mezz’ora? Perché le porte della sala concerti erano chiuse dall’interno? Dubbi anche sui video diffusi dall’Isis. Quando sono stati inviati e chi li ha diffusi?

 

Redazione

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