Non c’è l’accordo nella maggioranza di governo sul contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 75mila euro per fare fronte così all’aumento delle bollette. La proposta portata in cabina di regia a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, anche con l’obiettivo di scongiurare uno sciopero generale dei sindacati, non ha trovato il via in Consiglio dei ministri, poi sospeso visto che le forze della maggioranza non hanno trovato un’intesa nemmeno sull’imnpianto generale del taglio delle tasse

Di fatto il contributo avrebbe impedito a chi guadagna più di 75 mila euro annui di ricevere i vantaggi previsti dal taglio dell’Irpef,  ‘sterilizzati’ per un biennio compensando così i 248 milioni di euro circa della riduzione Irpef che impatterebbe su quel scaglione.

Una proposta che Draghi ha portato durante la riunione, chiedendo ai capidelegazione dei partiti di maggioranza di esprimersi.

L’ipotesi però aveva spaccato la larga e fragile maggioranza Draghi: contrari si erano detti infatti il centrodestra di governo e Italia Viva, mentre Partito Democratico e Leu avevano dato il loro ok. Dubbi sulla posizione del Movimento 5 Stelle: secondo alcuni fonti si sarebbero infatti opposto alla misura, mentre l’Ansa riferiva di pentastellati inclini al contributo di solidarietà.

In un primo momento, spiega l’Agi in un retroscena, era stata ipotizzata anche la cifra di 60mila euro come soglia per i contributi, mentre dal centrodestra c’è stato chi ha proposto di innalzarla a 100 mila. Di fronte alla contrarietà di Forza Italia, Lega e Italia Viva, sarebbe stato lo stesso presidente del Consiglio Draghi a sottolineare la necessità che le fasce più ricche facciano un piccolo sforzo in una fase in cui occorre fronteggiare l’aumento delle bollette.

Parole che evidentemente non hanno fatto breccia nel centrodestra, che ha chiesto “con forza” di non modificare l’accordo raggiunto sugli 8 miliardi di tagli all’Irpef e Irap e di “non penalizzare il ceto medio già messo a dura prova dalla crisi economica conseguente la pandemia”. Di segno opposto le parole di Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, che vedeva nella proposta di sterilizzare per un biennio gli effetti del taglio dell’Irpef per i redditi sopra i 75mila euro “una misura che si indirizza nella giusta direzione”.

Redazione

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