Il Tar della Liguria ha deciso di trasmettere alla Corte Costituzionale il quesito di Autostrade contro il decreto Genova che aveva estromesso la società del gruppo Atlantia dalla demolizione e ricostruzione del ponte Morandi, crollato il 14 agosto 2018 provocando 43 morti. Nell’ordinanza depositata questa mattina i giudici, in attesa del parere della Consulta, hanno sospeso il giudizio sul ricorso di Aspi sull’annullamento del decreto.

Nell’ordinanza del Tribunale amministrativo ligure vengono rilevato profili di incostituzionalità nel provvedimento. Nel dettaglio, come scrive ‘Repubblica’, i giudici del Tar scrivono che “l’esclusione dalle attività relative, in senso ampio, alla demolizione e ricostruzione dell’infrastruttura, unitamente all’imposizione di prestazioni patrimoniali di ingente importo, statuite ex lege, paiono configurare, infatti, una restrizione della libertà di iniziativa economica che, in assenza di previ accertamenti in ordine alla responsabilità dell’evento, non pare giustificata dall’esigenza di tutelare eventuali interessi di rango costituzionale”.

Per motivare la sospensione del giudizio sul ricorso di Aspi i giudici scrivono nell’ordinanza che “non è possibile evincere con sufficiente chiarezza dalle disposizioni contestate la ragione per la quale l’interesse pubblico perseguito dal legislatore (alla più celere e completa ricostruzione dell’infrastruttura) sarebbe stato meglio tutelato sottraendo la competenza del ripristino alla concessionaria, anziché consentendo a quest’ultima di adempiere agli obblighi previsti in forza del rapporto concessorio”. Per questo “il giudizio deve essere sospeso e gli atti vanno trasmessi alla Corte costituzionale, essendo rilevante e non manifestamente infondata, nei limiti e per le ragioni esposte, la questione di legittimità costituzionale”.

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