Svolta dopo sei anni
Barbiere ucciso nel suo salone per una faida di camorra, preso il mandante dell’omicidio di Luca Megali

Dalle prime ore di questa mattina, la Squadra mobile di Napoli è impegnata in un’operazione di polizia giudiziaria nell’area flegrea. Gli uomini della polizia di Stato stanno dando esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. Il primo provvedimento è stato emesso nei confronti di un soggetto ritenuto mandante dell’omicidio di Luca Megali avvenuto il 6 novembre 2014; il secondo nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati di estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso, che si sarebbero resi autori di due distinte vicende estorsive, entrambe finalizzate a ottenere un ingiusto profitto sul ricavato di truffe on-line effettuate tramite giochi e scommesse.
Il primo dei due provvedimenti restrittivi è stato eseguito nei confronti di Giuseppe Mazzaccaro, classe ’79, ritenuto mandante dell’omicidio di Luca Megali del 6 novembre 2014 in zona Marano, all’interno di una barberia che la vittima gestiva. L’arrestato è ritenuto elemento di vertice della zona denominata della ’99’ del Rione Traiano ed è cognato di Alfredo Sorianiello, a capo dell’omonimo clan. Il delitto, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotte dalla Squadra mobile, sarebbe stato commesso nell’ambito dello scontro esistente nel 2014 tra il gruppo Sorianiello e il clan Tommaselli, in contrapposizione tra loro per il predominio territoriale dell’area flegrea di questo capoluogo. Megali è risultato estraneo a qualsiasi dinamica criminale ed era senza precedenti penali.
TRE ARRESTI PER ESTORSIONE – La seconda ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita nei confronti di Yusseff Aboumouslim, classe ’92, Lucio Musella, classe ’89, e Ernesto De Carlo, classe ’85, pregiudicati e gravemente indiziati di estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, hanno documentato due distinte vicende estorsive. Il primo episodio, verificatosi nello scorso mese di gennaio, vedrebbe coinvolti Aboumouslim e De Carlo in un’estorsione ai danni di un soggetto che, con la complicità dello stesso De Carlo, si sarebbe reso autore, in precedenza, di una truffa telematica attraverso giochi e scommesse on-line, rifiutandosi di corrispondere al correo la sua parte dell’illecito profitto. De Carlo, per recuperare la somma di circa 500 euro, provento della truffa, avrebbe richiesto l’intervento di Aboumouslim – da lui conosciuto come soggetto di una certa caratura criminale -, il quale, attraverso minacce e intimidazioni di matrice camorristica, avrebbe costretto la vittima a corrispondere la somma. Successivamente, lo stesso De Carlo sarebbe divenuto vittima del medesimo meccanismo criminale nel secondo episodio estorsivo che le indagini hanno documentato. Aboumouslim, infatti, con la complicità di Musella, avrebbe tentato di imporre a De Carlo, con minacce e percosse, il pagamento di una tangente estorsiva di 10.000 euro affinché potesse continuare indisturbato a svolgere la sua illecita attività di truffatore.
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