Il caso in diretta tv
Battute sessiste in diretta Sky. “Sì, è una decisione condivisibile sospendere i commentatori. Bisogna stabilire dei limiti”
Nel “Si&No” del Riformista spazio alla discussione sulla sopensione dei due conduttori Sky che, in diretta, si sono lasciati andare ad alcune battute ritenute sessiste: è giusto sospenderli oppure no? Favorevole alla sospensione Alessio De Giorgi, direttore del sito de “il Riformista”. Contrario invece il direttore responsabile del nostro quotidiano, Andrea Ruggieri.
Qui il pensiero di De Giorgi:
Sono tollerabili sul luogo di lavoro le allusioni sessuali pesanti, le molestie sessiste, le battute volgari? C’è un limite che va stabilito una volta per tutte tra un normale e rispettoso corteggiamento – che, santiddio, può ovviamente anche avvenire tra colleghi di lavoro – e qualcosa che va oltre? Oppure solo tutto ciò che va davvero oltre le parole, dal palpeggiamento all’aggressione o alla violenza vera e propria, è sanzionabile? Io credo che questo limite si possa con equilibrio e buon senso stabilire.
E poco importa se questo avviene sugli schermi di una televisione nazionale o in un ufficio di una piccola azienda di provincia. Perché non si può mai transigere sul rispetto dell’altrui persona – che sia la persona offesa una donna o una persona di religione ebraica o islamica, omosessuale, con disabilità, che soffra d’obesità o di anoressia, o che comunque in quel contesto lavorativo sia la parte debole.
Parto da questa premessa per dire che non si può che essere d’accordo con la decisione di Sky di comminare una sanzione – la sospensione per un Gran Premio, non certo una pena più grave – per i due giornalisti sportivi che domenica hanno inscenato un triste siparietto sessista contro una loro collega, Federica Masolin.
Quante di queste vicende sono tristemente tollerate e taciute ogni giorno su luoghi di lavoro dove non ci sono telecamere a riprenderti e spettatori a giudicarti? Quanto grave sarebbe stato per Sky tacere su una vicenda che, volenti o nolenti, è stata vista da milioni di italiani in poche ore? Che messaggio sarebbe stato dato alle tantissime persone che subiscono quotidianamente pressioni inopportune da datori di lavoro o superiori che confondono il loro piccolo potere con la libertà di fare avances che vanno ben oltre il normale corteggiamento, di mortificare, molestare, stalkerare e bullizzare propri sottoposti?
“Arrendetevi” sarebbe stato inevitabilmente il messaggio: per voi l’unica speranza è di potervi permettere il lusso di cambiare superiore o datore di lavoro o di intentare una causa di lavoro che chissà quando e come finisce. Quella decisione da parte di Sky Italia non solo è condivisibile, ma è anche dovuta. Era il minimo che potesse accadere. Non perché sia condivisibile la gogna pubblica sui social che i due impertinenti conduttori hanno dovuto subire, gogna pubblica alla quale peraltro Francesca, dimostrando molta più professionalità dei suoi colleghi, non ha minimamente partecipato: mi spaventa sempre, in qualunque direzione sia rivolto, la mortificazione che irreprensibili influencer a caccia di likes sanno fare sui social media, pronti a scatenarsi un minuto dopo aver letto di vicende come queste. Ma la cultura del rispetto della persona non può avere deroghe da nessuna parte.
Certo, un limite va trovato in direzione opposta, sennò si passa al paradosso che qualunque comportamento rischi di essere visto e censurato come sessista, discriminatorio o irrispettoso. Che un galante corteggiamento venga censurato, che una infelice battuta fatta in un contesto amichevole venga fraintesa, che il politicamente corretto ammutolisca tutti noi. Servono, come sempre, buon senso ed equilibrio. Le politiche di inclusione delle aziende, le cosiddette DEI (Diversity, Equality and Inclusion), sono buone pratiche che le grandi realtà stanno mettendo in campo per creare ambienti di lavoro rispettosi ed inclusivi, dove comportamenti di quel tipo prima di essere sanzionati si prova a prevenirli. Poi, come sempre avviene in queste circostanze, a volte si esagera, e col dogma delle DEI si scelgono professionalità non perché capaci ma perché appartengono ad una qualche minoranza, sostituendo il merito con la condizione di potenziale discriminato.
Ma puntare il dito contro queste oggettive esagerazioni non ci deve certo impedire di guardare la luna, che sono comportamenti che in qualunque contesto sociale – famiglia, scuola, lavoro, associazionismo e così via – non possono essere accettati. E neppure possono essere sottaciuti e non sanzionati. Quindi, in sintesi, forza Francesca, brava Sky Italia.
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