Lagarde frena: "Decideremo volta per volta"
Bce taglia tassi, ‘l’economista’ Tajani voleva di più: come cambiano mutui e prestiti
Tassi ancora giù. Come anticipato dai principali esperti di economia, la Banca Centrale Europea ha deciso nuovamente di tagliare i tassi di 25 punti base: quello sui depositi passa da 3,75% a 3,50%, quello sui rifinanziamenti principali, per l’aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo, scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
In attesa di capire cosa farà la Federal Reserve negli Stati Uniti la prossima settimana (che, sempre secondo gli economisti, dovrebbe seguire la stessa linea europea), la Bce rivede leggermente al ribasso le stime di crescita rispetto alle proiezioni di giugno, quando dopo anni bui, segnati da cicli di rialzi andati avanti per dieci volte di fila dal luglio 2022 allo scorso ottobre 2023, arrivò il primo, simbolico, taglio.
Taglio tassi, i dati su inflazione e Pil invitano all’attesa
Secondo le stime della Banca Centrale Europea, il Pil crescerà di 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, “principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri”. Le condizioni di finanziamento “rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti”. La presidente Christine Lagarde spiega, nel corso della conferenza stampa, che “l’inflazione dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi”. Inflazione che “dovrebbe poi diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno”. Secondo le previsioni dell’Eurotower, l’inflazione complessiva dovrebbe attestarsi in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Quindi vicino al tasso del 2% a cui deve tendere l’economia dell’Eurozona.
Taglio tassi, Lagarde frena: “Decisioni volta per volta”
Da qui alla fine del 2024 Lagarde lascia intendere che ci saranno pochi (o zero) tagli: “Manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a questo scopo” perché “nell’Eurozona la ripresa continua ad affrontare venti contrari ma ci aspettiamo che si rafforzi, anche per l’aumento della domanda globale”. “Per determinare livello e durata adeguati della restrizione – aggiunge -il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione».
Politici nuovi economisti, Tajani deluso
Tra le reazioni politiche c’è quella, sorprendente, del liberale e moderato Antonio Tajani che sperava in un taglio più corposo dei mutui, dimenticando probabilmente quanto sta avvenendo nel mondo frutto, spesso, di scelte politiche scellerate. “Mi aspettavo una scelta più coraggiosa da parte della Bce, 0,25 è troppo poco” commenta l’esperto economista Tajani. “Dobbiamo puntare sulla crescita e l’inflazione è in calo. La Bce deve poter fare di più. Credo che si debba modificare il Trattato che istituisce la Bce che non può essere solo guardiana dell’inflazione, deve poter governare la moneta per sostenere la crescita. Da un punto di vista monetario si deve poter fare di più. Se il costo del denaro è eccessivo, ed è eccessivo, non c’è motivo per tagliare solo lo 0,25. Non dobbiamo cedere a capricci rigoristi, anche quello della Germania. La Bce deve avere più coraggio. Ed è indispensabile una sua riforma”.
La notizia del taglio dei tassi è accolta positivamente, invece, dalla Federazione autonoma dei bancari italiani (Fabi) che in una nota fotografa la situazione delle famiglie italiane: “Quelle indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse sui prestiti sono assai aumentati con il costo del denaro progressivamente arrivato al 4,5%. Da alcuni mesi, tuttavia, le banche, in previsione di un ritorno a una politica monetaria meno restrittiva da parte dell’Eurotower, hanno anticipato la prevista riduzione dei tassi e la discesa potrebbe proseguire nei prossimi mesi”.
Mutui giù, Fabi: risparmi anche di 70mila euro
Per Fabi, i tassi sui mutui sono già diminuiti a una media del 3,44%, rispetto a livelli medi superiori al 5% del 2023 e potrebbero calare ancora al 3,20%: una riduzione che comporterà, nel caso di un prestito immobiliare di 25 anni da 200.000 euro, un risparmio complessivo di oltre 70.000 euro (-19,3%). I tassi sul credito al consumo, emerge ancora dall’indagine, sono scesi a una media dell’8,58%, dopo picchi superiori al 14%, e potrebbero calare ancora all’8,25%: vuol dire che un’automobile da 25.000 euro comprata interamente a rate, con un finanziamento di 10 anni, costerà oltre 11.000 euro in meno (-23%) rispetto al 2023; mentre per una lavatrice da 750 euro, con un credito di 5 anni, il risparmio, nei prossimi mesi, sarà di 161 euro.
Codacons: rate mutuo giù di 30 euro al mese
Taglio dei tassi che determinerà un risparmio, sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia, compreso tra i 13 e i 30 euro al mese. I calcoli arrivano dal Codacons, che stima l’impatto sulle spese di una famiglia che ha accesso un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto della prima casa. Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra -156 e -324 euro – analizza il Codacons – Se il finanziamento ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produrrà un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui. Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua. “Il taglio dei tassi è senza dubbio un segnale positivo, ma la strada per colmare i rialzi imposti dalla Bce negli ultimi due anni è ancora molto lunga – avvisa il presidente Carlo Rienzi – Basti pensare che per alcune tipologie di mutuo a tasso variabile la maggiore spesa ha raggiunto nel 2024 i 5mila euro l’anno rispetto ai tassi medi di fine 2021”.
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